Molti casi nelle nostre strade

Auto ibride: i ladri fanno razzia di batterie

Luca Pelagatti

Ricordate? Tempo fa a sparire erano le autoradio. Erano colpi messi a segno da disperati, balordi che con un sasso sfondavano il vetro, arraffavano le stereo e svanivano per andare a procurarsi pochi spiccioli.

Ora, tutto è cambiato: i ladri sono professionisti navigati precisi come orologi, gente che smonta i finestrini senza fare rumore, che solleva i sedili di una vettura nel giro di pochi minuti e che in una serata è in grado si razziare una intera zona della città. Purtroppo c'è una altra differenza: gli stereo erano apparecchi che si ricompravano con poco. Le batterie che rubano oggi sono marchingegni da settemila euro. E per di più sono rarissimi.

L'allarme lo ha lanciato di recente Federcarrozzieri: nei primi mesi del 2023 c’è stata una esplosione di almeno il 30% di richieste da parte di automobilisti che si sono trovati, dalla mattina alla sera, appiedati per colpa della batteria della auto ibrida sparita. Un'emergenza partita dalle grandi città e arrivata - c'erano dubbi? - anche a Parma dove di recente i casi e le denunce sono aumentate.

Statistiche certe ancora non ce ne sono ma basta interpellare le forze dell'ordine e, soprattutto i concessionari, per avere la conferma: «Sì, è una cosa che capita, lo abbiamo sentito anche noi», è la risposta quasi sempre timida e vaga. Un po' perché si teme che la notizia spaventi e un po' per il timore di emulazione. Ma anche in assenza di dati ufficiali non è difficile disegnare una mappa e ricostruire che la razzia ha coinvolto diverse decine di auto nella nostra città: nelle scorse notti ad essere battute sono state la zona di via Montebello e del Lungoparma mentre qualche giorno prima nel mirino dei ladri erano finite le strade tra Corcagnano e Alberi. A riprova che le bande specializzare lavorano come nella pesca a strascico: setacciano le vie cercando le auto ibride in sosta delle marche più note, si fanno strada aprendo il vetro posteriore senza romperlo, prelevano le batterie e poi proseguono. In fondo, quello che serve sono strumenti da lavoro, mani svelte e un furgone da riempire.

«Il problema per i nostri clienti che subiscono il furto è duplice - ammette un rivenditore. - Il costo delle batterie è alto e spesso non sono disponibili subito i ricambi: così, anche se assicurati, si corre il rischio di dover restare appiedati per un periodo più o meno lungo». Insomma, oltre al danno la beffa mentre resta sospesa la domanda. Ma chi è il responsabile? «Il sospetto è che vengano esportate e messe su un mercato parallelo. Ma potrebbero anche essere smontate per estrarre i costosi minerali rari con cui sono costruite. La stessa cosa che accade con i catalizzatori che, altrettanto spesso, vengono rubati».

Insomma, le auto ibride saranno anche green e rappresentano il futuro ma fanno un po' troppo gola. L'ambiente ringrazia. I ladri pure.

Luca Pelagatti