PARMA

Pedalando fino al Cupolone: l'avventura di 11 ciclisti «over 60»

Sei giorni di fatica su e giù per la spina dorsale d’Italia spingendo i pedali delle loro biciclette da corsa fino a Piazza San Pietro.

E’ questa la sfida di undici non più giovani ciclisti della società sportiva Inzani - Isomec (età media over sessanta), partiti venerdì 26 maggio e arrivati a Roma mercoledì 31 maggio. Non è una grande impresa sportiva, ma per loro è stata una sfida con se stessi e una straordinaria occasione di condivisione e vita comunitaria fra persone diverse, accomunate dalla passione per le due ruote.

L’avventura è nata dall’idea di Roberto, dalla straordinaria abilità di Fabio di guidare il gruppo individuando percorsi affascinanti lontano dal traffico delle vie consolari, dall’organizzazione di Paolo, che ha prenotato alberghi e ristoranti come giusto premio fra una tappa e l’altra, dalla disponibilità di tre tassisti - Silvia, Enrico e Francesco - che, fra una pedalata e l’altra nel cuore dell’Appennino, hanno condotto i pulmini di accompagnamento del circolo (forniti dallo sponsor Isomec) nei luoghi più problematici, e dalla preziosa collaborazione di Pietro, responsabile del gruppo ciclistico.

L’avventura è cominciata sui tornanti della Cisa, con una prima tappa di 140 chilometri fino all’arrivo sul lungomare di Marina di Pietrasanta. Il giorno dopo, «ciao mare»: si attraversa l’Appennino e si corre fino a San Gimignano per altri 120 chilometri, senza rinunciare a brevi soste nella piazza di Lucca e in alcuni dei borghi più affascinanti d’Italia. Terza tappa con destinazione San Quirico d’Orcia, attraversando la città e l’intera provincia di Siena.

Particolarmente impegnativa la giornata di lunedì, con sosta a Pienza e «cima Coppi» agli oltre 900 metri di Abbadia San Salvatore, arrivo nella splendida Bolsena e bagno ristoratore nel lago al termine di altri 120 chilometri di corsa.

Decisamente più problematica la giornata di martedì, con un giro volutamente allungato sugli Appennini al confine fra Toscana e Lazio, attraversando borghi bellissimi, a cominciare da Pitigliano, per arrivare a Farnese, terra d’origine dei duchi di Parma, e alla poco nota Ischia di Castro, per proseguire verso Tuscania. E qui è venuto il momento più difficile: un temporale, anzi una specie di bomba d’acqua mista a grandine, poco prima dell’ingresso a Viterbo (terminale di tappa), con immancabile foratura di Bruno proprio sotto la pioggia in tangenziale.

Tutto dimenticato mercoledì per la corsa verso la meta, passando dal valico degli 850 metri del quasi irraggiungibile Ronciglione, per arrivare alla periferia di Roma (con le montagne di rifiuti come indecoroso biglietto da visita), e da qui arrivare a Prima Porta fino all’ingresso della non segnalata ma splendida ciclabile, che in 15 chilometri sulle rive del Tevere porta fino a castel Sant’Angelo. Tanta fatica - 740 chilometri con 7.800 metri di dislivello in sei giorni - ma l’ingresso delle 11 divise arancioni dei ciclisti Inzani in piazza San Pietro da via della Conciliazione è un traguardo che resterà indelebilmente impresso nella loro memoria e nelle foto scattate davanti al Cupolone.

L’avventura si è conclusa con un’ottima cena, a suggellare una settimana che ha trasformato amici della bicicletta da corsa in amici veri, prima del ritorno in pulmino con la sicura guida dei taxi driver.

r.c.