Domani il debutto nell'Europeo

Pincolini: «Quest'Under 21 ha grandi ambizioni»

Centrare la qualificazione olimpica dopo che le ultime tre edizioni dei Giochi hanno fatto senza l’Italia del calcio, ma anche, perché no, puntare alla finale e poi… E’ questa la missione conclamata dell’Under 21 azzurra che domani debutterà nel suo girone della fase finale contro i grandi favoriti, i francesi. Seguiranno i match di domenica contro la Svizzera di Sohm e di mercoledì con la Norvegia. A fianco del ct Paolo Nicolato ancora una volta, a curare la preparazione fisica degli azzurrini c’è un autentico guru del settore come Vincenzo Pincolini, un pioniere nel suo ruolo se è vero com’è vero che iniziò la sua fulgida carriera dando una mano a mister Danova nel Parma dei primi anni ’80. Assieme a lui nello staff, c’è da anni un altro parmigiano, il fisioterapista Emiliano Bozzetti.

Al telefono dalla Romania, e precisamente da Cluj, Pincolini è carico come sempre: «Siamo ben sistemati nel campus di questa città universitaria e abbiamo a disposizione buone strutture per allenarci. Tra l’altro le tre partite del girone le giocheremo tutte qui, dunque anche sul piano logistico è tutto al top».

In questa edizione disponete di un gruppo di notevole spessore, con tanti ragazzi che giocano molto anche in serie A.
«Sì, probabilmente gli ultimi flop nelle qualificazioni olimpiche hanno indotto la Federazione a far leva sui club per farci avere il meglio a disposizione. Si è aggregato anche Gnonto, ci sarà Tonali, e poi Parisi, Okoli, e, per me il più forte di tutti, Scalvini».

Un nuovo Nesta?
«Parliamo di un 2003 che se gioca in difesa è un mastino poi se fa venti metri in avanti sembra un centrocampista navigato. Il prototipo del calciatore moderno: infatti negli ultimi anni s’è andata accentuando nei club più importanti la tendenza a rendere più universali i giovani, più capaci cioè di giocare bene in zone diverse del campo. Ecco, Scalvini sotto questo aspetto è impressionante».

Ci sono poi anche Carnesecchi, Ricci, Esposito, Colombo, tutta una serie di promesse in parte già sbocciate. Insomma, dovrebbe essere una edizione promettente per l’Italia.
«Questo è davvero un gruppo eccellente. E non parlo solo delle qualità tecniche, che pure ci sono. Parlo delle doti morali, del fatto che i ragazzi sono in gran parte cresciuti assieme attraverso il percorso delle nazionali giovanili. Si conoscono, stanno bene insieme e questo, quando si forma una squadra, è un punto chiave. Perché poi nei momenti, inevitabili, in cui c’è da soffrire, saperlo fare ''di gruppo'' aiuta tanto».

Lo skipper Paolo Nicolato che allenatore è?
«E’ un tecnico molto bravo, che è cresciuto attraverso la gavetta delle varie Under. Quand’era al Chievo era un artigiano, nel senso che doveva sgrezzare i giovani che arrivavano al club, qui il lavoro è diverso, si tratta piuttosto di assemblare talenti già in gran parte formati. Lo inserirei però nella scuola degli Ancelotti, dei Pioli, dei Ranieri, quei tecnici cioè che per fortuna sono tornati di moda facendo leva sulla normalità, su una signorile umanità. Credo che a questo punto voglia cimentarsi con una squadra di club».

Non posso esimermi dal chiedere qualche nome da inserire nella lista della spesa del Parma…
«Beh, questi ragazzi farebbero tutti le fortune del club crociato, anzi , per diversi di loro l’asticella è già, e giustamente, più in alto. Direi che il Parma dovrebbe guardare di più ai giovani italiani, e per tanti motivi. Ecco, se proprio devo fare un nome direi Giorgio Cittadini, difensore centrale che ha fatto un’ottima stagione a Modena, frenato solo da alcuni infortuni ora superati. E’ un 2002 dell’Atalanta, che probabilmente lo farà giocare ancora in prestito: può essere un’idea».

Paolo Grossi