Turismo

Una pedalata lunga 540 km: le nuove ciclovie del Parmense

Pierluigi Dallapina

Circa due ore di pedalata per percorrere i 32 chilometri delle due nuove piste ciclabili che uniranno Parma a Sala Baganza e a Colorno, lungo quella che sarà la ciclovia delle regge ducali. Ma non è finita qui, perché il Parmense si candida a diventare una sorta di paradiso del turismo lento, quel turismo che si sposta in bicicletta, grazie alle dieci ciclovie che si snoderanno dal Po al crinale per oltre 540 chilometri.

«Per la prima volta la Provincia si dota di una strategia per disegnare la mobilità dolce dei prossimi anni. Ora c'è un piano per realizzare quella mobilità alternativa che finora è stata pensata e realizzata soltanto a blocchi». Daniele Friggeri, consigliere provinciale con la delega alla Pianificazione territoriale, presenta come una novità la delibera di pianificazione di area vasta che traccia le linee di indirizzo per progettare la nuova rete delle ciclovie nel Parmense. Ciclovie che rientrano in percorsi europei, nazionali, regionali e provinciali.

La via delle regge

Dal casino dei Boschi di Carrega a Sala Baganza, fino al palazzo ducale di Parma all'interno del Parco Ducale, per poi proseguire in direzione Colorno alla volta della reggia, seguendo il tracciato del Baganza e della Parma. Sono due ciclovie che si rivolgono soprattutto agli amanti della natura, della storia e dell'arte quelle che hanno fatto un passo avanti rispetto alle altre. «La Provincia ha già pronti gli studi di fattibilità», anticipa Friggeri. «Per noi questo è un asse prioritario dal punto di vista della pianificazione, perché collegherebbe aree molto popolose della provincia, consentendo di sviluppare una mobilità basata sull'uso della bicicletta negli spostamenti casa-lavoro. In pratica, una volta realizzate queste ciclovie potrebbero andare a ridurre il traffico lungo strade molto congestionate, come via La Spezia e l'Asolana».

In base ai calcoli della Provincia, la «Ciclovia dell'argine ducale», cioè quella da Parma a Colorno, avrebbe una lunghezza di 24 chilometri, potrebbe essere percorsa in 85 minuti e costerebbe 2,4 milioni di euro. Invece, la ciclovia dai Boschi di Carrega alla città sarebbe lunga 8 chilometri, potrebbe essere percorsa in mezz'ora e costerebbe circa 500mila euro.

La pista lungo il Taro

Nella programmazione provinciale c'è anche la ciclovia del Taro, «che da Parma arriva fino in val Taro lungo il tracciato della vecchia ferrovia», anticipa Friggeri, parlando della ciclovia più lunga con i suoi 109 chilometri di percorso. «Esiste un progetto fatto un paio di anni fa dalla Provincia, mentre un piccolo tratto della ciclovia è già stato realizzato lungo un pezzo di ferrovia dismesso. Ma questo progetto, vista la lunghezza e il costo di decine di milioni di euro, andrà fatto per stralci. È impossibile pensare a un intervento unico».

Gli altri percorsi

Oltre a questa, nella pianificazione provinciale si parla anche di altre nove ciclovie regionali da sviluppare o migliorare. È il caso dalla ciclovia Francigena (75 km), della ciclovia Taro diramazione Fontanellato-Noceto (20 km), della Tirrenica (85 km), della Tirrenica diramazione Canossa (28 km), della ciclovia dell'Enza lungo il confine (45 km), della ciclovia sulla sponda destra del Po (45 km), della ciclovia di Mezzo (45 km), della ciclovia Emilia (35 km) e della ciclovia Pedemontana (54 km).

A queste vanno aggiunte le programmazioni in ambito europeo del progetto EuroVelo (Via Romea- Francigena, la via della Mitteleuropa e la via del Mediterraneo), oltre ai percorsi proposti da Fiab in ambito nazionale (ciclovia Tirrenica, ciclovia dei pellegrini e ciclovia del Po e delle lagune).

I tempi del piano

La rete delle ciclovie - presentata e votata ieri in consiglio provinciale - entrerà a far parte del Piano territoriale di area vasta che sarà assunto, così si dice nel linguaggio della pubblica amministrazione, dall'amministrazione provinciale verso la fine dell'anno, poi si aprirà la fase delle osservazioni (60 giorni). Al termine di questi due mesi l'amministrazione presenterà le controdeduzioni alle osservazioni e passerà all'adozione del piano, che poi dovrà passare al vaglio del consiglio provinciale per la sua definitiva approvazione.

A caccia di fondi

Per realizzare le ciclovie sia la Provincia che i Comune del territorio avranno bisogno di finanziamenti. Da qui la necessità di anticipare l'approvazione del piano sulla mobilità lenta per permettere agli enti locali di partecipare ai bandi, «forti di una rete ciclabile già definita negli strumenti di programmazione», chiarisce Friggeri. Questo consentirà alle varie amministrazioni di avere più possibilità di ottenere i fondi necessari per tradurre le idee in realtà.

Pierluigi Dallapina