IL CASO

Emergenza profughi, il sindaco Musile Tanzi: «Salso non sia la più penalizzata»

Monica Rossi

Complici gli sbarchi record sulle coste italiane, l’emergenza profughi è sempre più cogente e a Parma e provincia la situazione è ormai drammatica. Tanto che la scorsa primavera, il prefetto di Parma Antonio Garufi aveva sollecitato i sindaci del parmense a individuare strutture di accoglienza nei rispettivi comuni, evitando che si potesse così andare incontro al rischio di eccessive concentrazioni in alcuni territori e a presenze vicine allo zero in altri. Cosa che invece sta avvenendo, visto che molti comuni non hanno la possibilità di accogliere.

L’invito di Garufi aveva peraltro carattere d’urgenza e non erano state escluse, al vertice di fine marzo, l’apertura di tendopoli o l’opzione della requisizione di strutture. Tre mesi dopo quell’incontro, una delle città a rischiare la maggiore penalizzazione è Salsomaggiore Terme, alla cui amministrazione il Prefetto ha comunicato di aver attivato un Cas (Centro di accoglienza straordinario) per richiedenti protezione internazionale.

Il sindaco di Salso Luca Musile Tanzi, però, non ci sta e fa sapere: «La nostra città ha già dovuto affrontare, in tempi non molto lontani, l’emergenza profughi ed è costretta ad affrontarla nuovamente. Pur riconoscendo l’importanza di offrire un sostegno adeguato ai rifugiati e ai richiedenti asilo, è essenziale valutare attentamente le implicazioni di questa scelta su una città turistica come la nostra. Noi crediamo che tale scelta comporterà effetti negativi sull’immagine della città mettendo a repentaglio il suo rilancio turistico, su cui la nostra amministrazione si sta concentrando al massimo. È nostra intenzione adottare tutte le misure in nostro possesso al fine di evitare che, ancora una volta, Salsomaggiore diventi la città più penalizzata da questa emergenza e la sua economia affossata definitivamente».

Per il sindaco, è forse la prima vera grana (è stato eletto lo scorso maggio sostenuto da una coalizione di centrodestra) e infatti ribadisce: «Devono essere esplorate alternative che bilancino le esigenze dei rifugiati con quelle della comunità e dell’industria turistica di Salsomaggiore. Occorre ricercare soluzioni diverse come la distribuzione dei richiedenti asilo in altre località non turistiche. Auspico quindi una forte collaborazione da parte del prefetto nella gestione di questa emergenza».

Rispetto ad altri comuni del parmense, quello di Salso con la vicina frazione di Tabiano una concentrazione importante di alberghi (molti dei quali peraltro irrimediabilmente chiusi), che hanno registrato una battuta d’arresto tale da aver spinto alcuni gestori, negli anni passati, a partecipare ai bandi indetti dalla Prefettura per ospitare i migranti.

Monica Rossi