Lucio Garufi

Emergenza profughi nel Parmense, il prefetto: «La situazione è drammatica»

«La situazione è drammatica: in questo momento, tra Parma e provincia, abbiamo in accoglienza 620 persone, scappate da guerre, carestie e inimmaginabili emergenze climatiche» dichiara il prefetto Antonio Lucio Garufi commentando quanto sta accadendo in questi giorni in tutto il Paese e non solo nel Parmense, complice gli sbarchi record da tempo in atto sulle coste italiane.

Ma 620 persone richiedenti protezione sono tante o sono poche? Garufi fa chiarezza con la fredda legge dei numeri: «Se i nostri Cas possono accoglierne circa 513, ne va da sé che siamo già in sovrannumero di oltre 100 persone rispetto alla capienza ottimale. Ed è una numerica destinata ad aumentare non con il passare dei giorni ma delle ore. Con, di contro, pochissime soluzioni per dare loro accoglienza».

All’innegabile dramma umanitario di chi fugge, si aggiunge infatti la reale difficoltà di collocamento. «Ricordo che si tratta di dare loro un tetto e di organizzare dei servizi», sottolinea Garufi. «Dopo una sospensione degli arrivi nella nostra regione, conseguente alla gravissima emergenza climatica che ha colpito la vicina Romagna, sono riprese con vigore le assegnazioni da parte del ministero dell’Interno alla nostra regione: negli ultimi 15 giorni, ne abbiamo accolti una novantina, di cui 35 solo lo scorso venerdì. E informo che non è che il Viminale prima sondi il terreno per vedere se un territorio ha posto o meno: si limita a informare la Prefettura che il pullman è già partito, destinazione Parma».

Garufi, quindi, sollecita le amministrazioni comunali a rispondere alla chiamata e a questo proposito ritenta la strada dell’appello ai sindaci.

«Ho convocato per domani (oggi, ndr) alle 17 un altro vertice sia con i primi cittadini della provincia, sia con il terzo settore: serve la massima collaborazione da parte di tutti per individuare una soluzione credibile – aggiunge -. E come più volte ribadito: solo uniti possiamo pensare di trovare risposte al dramma e all’emergenza. Constato tuttavia che la risposta da parte del territorio finora è stata debole. Gli amministratori peraltro devono capire che accogliere i migranti non è una scelta del prefetto, ma deriva da un ordine preciso impartito dal Ministero dell’interno: se io domani mattina facessi le valigie, arriverebbe un altro Prefetto e non potrebbe che fare esattamente quello che sto facendo io».

Per quanto riguarda la psizione del sindaco di Salsomaggiore (che aveva chiesto non venisse penalizzata la località termale), Garufi spiega la decisione di attivare un Cas nel territorio salsese e fa dei distinguo. «In merito alle doglianze del sindaco (Luca Musile Tanzi, ndr), ricordo che nella nostra provincia esiste a oggi un solo Cas ed è a Parma. Con il gestore Codeal (gruppo Proges) siamo in procinto di aprirne un secondo ed è stato scelto Tabiano Terme, perché ha al suo attivo diverse strutture idonee. Ospiterà un numero sostanzialmente contenuto di migranti: invito pertanto a non generare clamori rispetto alle reali dimensioni del fenomeno che interesserà solo Tabiano».

Il prefetto infine ricorda che nella provincia l’accoglienza è ai minimi storici. «Il comune di Parma ha, come migranti accolti dalla Prefettura, un numero impattante, cioè 400 persone, che si vanno a sommare a quelli dello Sprar e dei Sai portando il computo a 570. Domani, dall’incontro con i sindaci della provincia, auspico arrivi una risposta fattiva. Chiedo collaborazione e non parole sterili».

Monica Rossi