Via Racagni
Colpo alla tabaccheria, condannati a 11 anni in due
La pistola poggiata sul banco diceva già molto, i post-it con la scritta «Dammi tutti i soldi che hai» e «Dammi anche i Gratta e vinci» aggiungevano il resto. L'arma, il suo effetto lo faceva eccome: che fosse giocattolo non era immediato scoprirlo. Le era stato tolto il tappo rosso dalla canna e a pochi vedendosela puntare contro viene voglia di fare la prova dello sparo.
Per chi il 6 aprile scorso si presentò così nella tabaccheria di via Racagni non fu necessario aggiungere spiegazioni: l'intento era chiaro, nonostante i foglietti didascalici avessero ottenuto l'effetto opposto. «Non capivo neppure cosa ci fosse scritto - raccontò alla Gazzetta il titolare della tabaccheria -. Almeno fino a quando lui non ha ringhiato “dammi i soldi” e mi ha puntato la pistola addosso».
A parte gli inconvenienti da calligrafia singhiozzante, tutto parve filare liscio per quel giovane con passamontagna in testa e visiera del cappellino sugli occhi. Fu lui stesso a servirsi, arraffando contanti e grattini per 1.700 euro e, già che c'era, facendo il pieno di sigarette (abbrancò stecche di «bionde» per un valore di 300 euro).
Poi, com'era entrato uscì, cercando di fare finta di nulla. E qui poteva andargli meglio. Subito scattò l'allarme, ma prima ancora dell'arrivo dei carabinieri, una cliente della tabaccheria ebbe la netta sensazione che stesse avvenendo qualcosa di strano. Così, tenne d'occhio il giovane fino in viale delle Rimembranze, dove lo vide salire dalla parte del passeggero su un'auto in sosta.
Vent'anni lui, moldavo con almeno sei alias (oltre a diversi incontri ravvicinati con la legge), 52 anni la donna italiana al volante: troppa la differenza d'età, per definirli «Bonnie & Clyde». Così come non sarebbe possibile paragonare la pistola giocattolo, pur se camuffata, con i mitra fumanti della spietata coppia di gangster americani di quasi un secolo fa. Ad accomunarli fu piuttosto l'indagine dei carabinieri che si concluse poco dopo.
La cliente (tra l'altro figlia di un poliziotto) avvicinò le pattuglie e fornì loro il numero di targa della Nissan Qashqai a bordo della quale il giovane era andato via. Si scoprì che quella era la vettura di cortesia prestata da un meccanico a una donna di origini pugliesi residente a Corcagnano. Quando bussarono alla sua porta, i carabinieri trovarono, in un sacco sul balcone, la pistola giocattolo, i capi di abbigliamento usati per il colpo, il borsello e i post-it mal scritti. Tutto riconosciuto senza dubbi dal tabaccaio.
Oltre al capo d'imputazione, i due ora condividono una sentenza. Giudicati dal Gup, sono stati entrambi condannati: a sei anni e 15 giorni il ragazzo e a cinque anni la donna. Il primo, che si trova in via Burla da aprile, dovrà inoltre pagare 1.800 euro di multa, oltre alle spese processuali che pure lei dovrà versare con una multa di 1.500 euro.
A nulla è servita la difesa della donna che ha sottolineato di avere portato l'amico dalle parti della Cittadella per fare un giro, fino a quando non ha parcheggiato in viale delle Rimembranze, in attesa che lui comprasse le sigarette. La 52enne non avrebbe visto maneggiare né passamontagna né tanto meno pistole: mai si sarebbe immaginata che si stesse compiendo una rapina. Ha preso le distanze: e anche questo Bonnie non l'avrebbe mai fatto.
Roberto Longoni