IL CASO

Casale di Mezzani, le aziende protestano: «Blackout in continuazione, non riusciamo a lavorare»

Luca Molinari

Sorbolo Mezzani Soltanto nell'ultima settimana sono state sette, ma le interruzioni di energia elettrica e i cali di tensione a Casale di Mezzani da anni sono ormai una triste consuetudine soprattutto in estate, ma anche in inverno. Questo problema, nonostante le continue segnalazioni, lamentele e promesse (non mantenute), sta creando un danno enorme e continuo alle aziende situate nella zona, soprattutto quelle che hanno impianti robotizzati e altamente tecnologici. I continui blackout e cali di tensione infatti, nel migliore dei casi, mandano in tilt i macchinari che devono poi essere riprogrammati con enormi perdite di tempo e, nel caso peggiore, danneggiano gravemente le schede elettroniche dei macchinari, bloccando la produzione anche per giorni, con gravissimi danni economici alle aziende. Le parole degli imprenditori e dei dirigenti delle imprese coinvolte descrivono al meglio la gravità della situazione.

Fepa

Luca La Rocca, direttore tecnico di Fepa (Ferretti Packaging), non usa giri di parole: «Siamo esasperati, si tratta di un problema devastante per il buon funzionamento dell'azienda, che si trascina da anni». «Sono arrivato in Fepa nel 2009 - prosegue - e nel corso degli anni lo stabilimento è cresciuto, sono migliorate le tecnologie e i macchinari utilizzati, ma quello che è rimasto invariato è la qualità della fornitura dell'energia elettrica. Da sempre dobbiamo fare i conti con brevi interruzioni dell'elettricità o improvvisi cali della tensione, che provocano lo stop dei nostri impianti. Basti pensare che ogni interruzione provoca un blocco della produzione di 3-4 ore. Per stabilimenti con una produzione da centinaia di milioni di euro si tratta di un danno gravissimo». Fepa dispone di macchinari lunghi ben centoquaranta metri in cui il cartone ondulato viene prodotto a linea continua e ad un'altissima velocità.

Ore per ripartire

«Quando arrivano questi improvvisi cali di tensione o interruzioni - sottolinea La Rocca - i macchinari si inchiodano con grande violenza e servono ore ai nostri dipendenti per ripristinarli e, se non saltano componenti elettriche, a far ripartire la produzione».

Le richieste al gestore

Le aziende nel corso del tempo hanno chiamato più volte il gestore (Enel), ma senza ottenere miglioramenti. «La maggior parte delle volte si limitano a dire che c'è stato un guasto non meglio identificato - precisa La Rocca -. Abbiamo chiesto più volte di migliorare il servizio, ma non cambia mai nulla e, col passare del tempo, la situazione può soltanto peggiorare senza i necessari investimenti. Abbiamo un altro stabilimento molto simile a San Polo di Torrile, dove tutto questo non avviene. Questo a conferma che non è una situazione fisiologica e “normale” ma assolutamente straordinaria nella sua negatività».

Meverin

Giovanni Maffei è il fondatore e presidente di Meverin, l'azienda del campo metalmeccanico che produce porte tagliafuoco. Il problema dei blackout, dato che l'azienda dispone di linee di produzione altamente automatizzate, anche in questo caso si ripercuote pesantemente sulla produzione. «Le interruzioni di energia elettrica - ribadisce Maffei - si ripetono ormai da diversi anni, anche due o tre volte a settimana, creando gravi danni ai nostri macchinari e di conseguenza alla produzione». «Siamo un'azienda dotata di tecnologie 4.0 - rimarca - e operiamo esclusivamente con linee ad alta produzione, con macchinari che necessitano anche di cinquecento o mille chilowatt per funzionare. Non è quindi possibile poter disporre di gruppi di continuità di tale potenza».

Macchinari in tilt

Interruzioni, anche minime, di elettricità fanno andare in tilt i macchinari. «Trattandosi di un processo di produzione completamente robotizzato - osserva lo stesso Maffei - ogni macchina processa una lavorazione e la passa a quella successiva. Quando ci sono i blackout le singole unità impazziscono, si creano gravi danni al materiale in lavorazione e anche al macchinario stesso. I danni sono ingenti, anche perché serve davvero tanto tempo per riuscire a ripristinare tutto e i pezzi eventualmente danneggiati di un macchinario, non sono sempre reperibili in tempi brevi».

Energia bene primario

«L'energia - sottolinea l'imprenditore - è un bene primario irrinunciabile che deve essere sempre garantito. Non è possibile che nel 2023 si debba bloccare la produzione per ore per colpa di mini blackout o cali di tensione della corrente elettrica».

Cosmoproject

Primo Tortini è il presidente dell'industria cosmetica Cosmoproject, anch'essa situata a Casale di Mezzani. «Le interruzioni di corrente ci sono sempre state - dichiara - ma quest'anno sono davvero molto frequenti. Dover riavviare di continuo i macchinari danneggia la produzione e rappresenta una sofferenza per le schede elettroniche. Anche per noi, al pari delle altre aziende, non è una passeggiata». «Disponiamo di gruppi di continuità - continua - ma molto spesso siamo costretti a riavviare le produzioni anche per interruzioni di soli trenta secondi».

Tutto il quartiere artigianale è soggetto a questo problema. Enel da parte sua si limita a precisare «che si è trattato di fenomeni derivanti da cause fisiologiche, imprevedibili e tecnicamente ineliminabili da parte del distributore». Problemi che però provocano gravi danni alle aziende della zona. «Nell’ultimo periodo - aggiunge il gestore - i tecnici dell’azienda hanno provveduto anche al rifacimento di alcune cabine secondarie, sostituendo la componentistica elettromeccanica, attraverso l’installazione di nuovi sezionatori di linea, più resistenti, efficienti e di ultima generazione». Nonostante questo, anche nelle ultime 24 ore ci sono stati tre episodi di micro interruzioni di fornitura di energia elettrica.

Luca Molinari