Nuovo appello
«Il Casino dei Boschi di Carrega? Un patrimonio che non si può perdere»
La notizia dell’alienazione di una parte del patrimonio pubblico dei Boschi di Carrega non è piaciuta all’associazione di promozione sociale «Amici del Parco e del Casino dei Boschi di Carrega», che ha contattato la Gazzetta per esprimere pubblicamente il proprio dissenso e «indignazione nei confronti dell’amministrazione del Parco Regionale Boschi di Carrega, che soprattutto in questi ultimi 25 anni ha letteralmente abbandonato a sé stesso, e al conseguente degrado e alla rovina, questo nostro patrimonio monumentale storico, artistico, architettonico, naturalistico e paesaggistico di eccezionale importanza e inestimabile valore».
L’associazione mette l’accento in particolare sulla villa neoclassica e sul giardino storico all’inglese, beni che si trovano nel cuore del Parco Regionale Boschi di Carrega e già residenza ducale extraurbana di Maria Luigia duchessa di Parma.
Gli amministratori e i decisori pubblici locali e provinciali succedutisi in questi lustri «non hanno - aggiungono i portavoce - saputo né voluto, colpevolmente, intraprendere le necessarie e adeguate iniziative, per le quali fu a suo tempo istituito il Parco Regionale, a tutela, conservazione e valorizzazione di un complesso monumentale di tale importanza. Essi hanno anzi trattato questa stupenda villa col suo prezioso giardino storico di rango europeo, al pari di una casa cantoniera, di una stazione o di una caserma dismesse».
Il timore dell’Associazione è che la procedura di alienazione non vada a buon fine e che di conseguenza tutti i beni vengano posti all’asta, «col risultato – aggiungono - di smembrare pezzo dopo pezzo l’unitarietà di questo bene comune». Gli Amici del Parco, con il presidente dell’associazione, l’architetto paesaggista Umberto Rovaldi, sottolineano che la villa neoclassica e il giardino storico all’inglese sono un insieme, l’una concepita inscindibilmente dall’altro e per questo motivo si appellano «agli amministratori regionali e all’opinione pubblica, non solo locale e cittadina, ma anche nazionale ed europea affinché ai più alti livelli venga stigmatizzato e fermato ciò che irresponsabilmente sta avvenendo al Parco Regionale Boschi di Carrega e vengano presi urgenti provvedimenti di tutt’altro tipo, volti alla difesa e valorizzazione di questo bene comune di inestimabile valore».
Chiedono inoltre che ci si impegni nella messa a terra di un progetto di alta qualità per il suo recupero e che qualcuno, dunque, si faccia avanti (fondazioni e/o cordate di imprenditori), magari unendosi all’associazione. Alienare il casino e il suo giardino, per gli Amici del Parco, equivarrebbe a una vendita di altri gioielli di famiglia come lo sono «la Pilotta, il Parco Ducale, la Reggia di Colorno, il Battistero di Antelami o la Cupola del Correggio in San Giovanni». I toni, insomma, si stanno via via alzando e tastando il polso dell’associazione è evidente che siamo solo all’inizio di quella che promette di essere una battaglia combattuta a suon di repliche.
Monica Rossi