LUTTO

Giordano Rossi è partito per l'«ultimo volo». Era stato presidente dell'Aeroclub Bolla

Chiara Cacciani

Quante volte l’hanno salutato a naso all’insù, lui che aveva l’aria come proprio elemento e il cielo come grandissimo amore. L’ultimo, eterno decollo di Giordano Rossi è avvenuto nei giorni scorsi: aveva 80 anni e per 16 – dal 1986 al 2022 - era stato presidente dell’Aeroclub Gaspare Bolla. Un presidente visionario e capace di anticipare il futuro grazie alla passione e a quella che l’avvocato Nino Tuccari, Amico con la maiuscola voluta, definisce «un’intelligente impulsività».

Nato a Cortile San Martino, negli anni Ottanta e Novanta Rossi era stato un apprezzato impresario edile, ma – come raccontano i familiari – la sua vita è sempre stata nel segno dell’Aeroclub. Il brevetto di volo l’aveva conquistato negli anni Sessanta, quando la pista era ancora in erba e gli aerei erano quelli dismessi dall’aviazione militare. Là passava tutte le ore a disposizione e là partiva da solo o in compagnia per “respirare” la quota e assaporare la dimensione di un nuovo viaggio. «Era un giorno della primavera del 1971 quando ci siamo conosciuti proprio lì. Abbiamo simpatizzato immediatamente e abbiamo fatto alcune ore di volo insieme in giro per l’Italia, anzi: per l'Europa e quando diventò presidente mi volle al suo fianco in Consiglio - ricorda Tuccari, che poi ne divenne successore per due mandati - . Era una miniera di idee e di entusiasmo, facendo diventare il nostro Aeroclub uno dei più importanti d’Italia e sede di manifestazioni prestigiose, come quella per il 75° anniversario di fondazione dell’Aeronautica militare italiana».

Anni intensi e di innovazioni. Fu il primo, ad esempio, a voler aprire agli ultraleggeri, allargando il panorama dell’aviazione anche a chi non aveva grosse possibilità economiche e chiamando come primo istruttore il comandante Pierangelo Cavatorta, ex pilota Alitalia. Fu realizzata l'aviosuperficie di Vigatto, dove prima c'era una discarica, e dal 1997 e per alcuni anni vi furono disputati i campionati italiani di volo a vela. Ancora: nel 1990 al “Bolla” arrivarono i Mondiali di Paracadutismo, con la Nazionale della Ddr ospitata proprio a casa Rossi e la nascita di un’amicizia che ebbe futuro.

E’ anche grazie a queste scelte e a questa impronta che «con lui si arrivò ad avere circa 500 soci che comprendevano tutto il tessuto sociale di Parma: dall'operaio della Bormioli allo studente universitario, fino ai grandi imprenditori – spiega Tuccari -. L’altro merito è stato aprire quel luogo, al di là del volo, come luogo di ritrovo della Parma che contava: venivano a cena i sindaci che si sono succeduti, i prefetti, i rappresentanti del mondo economico. In più, per un decennio fu membro molto attivo del direttivo degli Aeroclub d’Italia».

I primi tempi anche la moglie Gabriella - mancata 7 anni fa – saliva a bordo e insieme partivano per le vacanze all’Isola Elba o a Venezia. O per il giro d’Italia in aereo organizzato dall’Aeroclub d’Italia. Poi con l’arrivo dei figli Federico e Ilaria la decisione di rimanere a terra e lasciare a lui quella passione con le ali che nel tempo avrebbe contagiato proprio Federico e poi il marito di Ilaria, Michele, entrambi con in tasca il brevetto di pilota.

Un ricordo che racconta l’uomo a cui oggi è tributato l'ultimo saluto: «Una trentina di anni fa, la moglie di un socio fu colpita da un tumore. Giordano sapeva che a Roma c’era un luminare che avrebbe potuto aiutarla, chiese al marito se la donna era in condizione di volare e si offrì di portarli là appena avessero preso contatti: era veramente una grandissima persona. Un pilota sempre rimasto tale, perché pilota si è per tutta la vita, e che aveva aggiunto a quell’amore, la grande adorazione per la nipote Francesca».