Appennino
Sempre più cani da pastore sull'Appennino. Escursionisti e biker: ecco come comportarsi
E’ iniziata la stagione del pascolo per alcuni allevatori ovi-caprini del territorio del Parco nazionale dell’Appennino tosco emiliano e del Parco regionale dei Cento Laghi.
Ad accompagnare le greggi al pascolo spesso di sono cani da protezione del gregge che sono uno strumento fondamentale per mitigare il conflitto tra i grandi carnivori – come il lupo - ed il mondo dell’allevamento. L’utilizzo di questi cani – spesso di razza maremmano-abruzzese - è uno strumento fondamentale per prevenire i danni da lupo e permette ai pastori di rendere il gregge più sicuro, sia nella fase di pascolo diurno, sia durante la stabulazione notturna in recinti elettrici.
I cani da protezione del gregge, selezionati e utilizzati da secoli, hanno un istinto di protezione molto forte nei confronti delle pecore, con le quali fin da piccoli sono a contatto. Per questo motivo è fondamentale che i fruitori della montagna (quali escursionisti, runner, ciclisti), soprattutto nel periodo estivo, conoscano quali sono comportamenti corretti da attuare nel caso di incontro con il gregge custodito da questi cani e quali sono, invece, gli atteggiamenti da evitare per schivare situazioni spiacevoli.
E’ necessario tener presente che i cani da protezione del gregge hanno la missione di difendere le pecore dai pericoli e, per questo motivo, è opportuno non farsi percepire come tale. E’ altrettanto opportuno ricordare di comportarsi in maniera responsabile nei confronti dei pastori i quali, altrettanto responsabilmente, hanno deciso di dotarsi di questo strumento di prevenzione in seguito al ritorno del lupo.
Quando si incontra un gregge è importante evirare di approcciarlo a distanza ravvicinata, o addirittura di tentare di attraversarlo. Nella maggioranza dei casi i cani, una volta accortisi di un potenziale pericolo, iniziano solo ad abbaiare senza avvicinarsi. Se il cane, o i cani, dovessero avvicinarsi (solitamente i giovani) il comportamento corretto è quello di non gridare, non fare movimenti bruschi e non lanciare sassi verso il bestiame. E’ consigliato indietreggiare «tranquillamente» fino al momento in cui il cane non vi riterrà più un pericolo (smettendo di abbaiare). A questo punto si può riprendere a camminare aggirando il gregge.
Per i ciclisti che si trovino all’improvviso di fronte ad un gregge custodito è basilare scendere dalla bicicletta e lentamente, a piedi, aggirare il pascolo presidiato, per poi risalire e proseguire l’escursione. Per chi incontrasse il gregge con il proprio cane da compagnia il consiglio è di tenere il cane al guinzaglio ed evitare che assuma atteggiamenti che possano essere interpretati dai cani da protezione come un pericolo o una minaccia. Si consiglia di allontanarsi dal gregge con il proprio cane compiendo un largo giro attorno ad esso. Per chi fa escursioni a cavallo, i consigli sono fondamentalmente gli stessi: mantenere la calma, non aumentare la velocità e aggirare il gregge passando per una via alternativa. «Per quanto, in alcuni casi, l’esperienza di trovarsi a contatto con i cani da protezione del gregge possa risultare spiacevole – precisano in conclusione gli esperti del Parco nazionale - è doveroso ricordare che l’utilizzo di questi cani è parte fondante e irrinunciabile del lavoro dell’ allevatore di ovi-caprini che pascolano e che i cani stanno semplicemente svolgendo un lavoro, per il quale hanno anche il diritto di essere liberi e senza museruola».
B.M.