SENTENZA

Chili di cocaina al cliente «sbagliato»: importatori e corrieri incastrati dall'agente sotto copertura

Georgia Azzali

Si mimetizzavano in alloggi di periferia, eppure con gli affari ci sapevano fare. Case modeste, ma qualche passione costosa, come gli orologi di lusso un po' pacchiani. Importare e vendere cocaina: questa la specialità del gruppo di dominicani che da Parma riuscivano a far arrivare la droga in varie piazze d'Italia.

Giovani ma altrettanto «rinomati» nel settore, tanto che il via all'operazione speciale per incastrarli era venuto dallo Sco, il Servizio centrale operativo della polizia. E in campo era sceso Luca, agente sotto copertura che avrebbe dovuto conquistare la loro fiducia e - soprattutto - contrattare la merce. Il contatto era stato creato con una certa facilità, ma nel giro di qualche settimana anche le prime diffidenze erano state superate. Da agente sotto copertura a finto grossista con cui trattare: così, Luca si era visto offrire grammi, etti e alla fine anche un chilo di cocaina in un sol colpo al prezzo di 26mila euro. In sei, tra cui due donne, erano stati arrestati lo scorso gennaio, grazie anche alla collaborazione delle Squadre mobili di Bologna, Parma e Reggio.

Differenti le strade processuali scelte, ma nei giorni scorsi l'uomo di punta del gruppo e la compagna sono finiti davanti al giudice: lui, 30enne, ha patteggiato 4 anni e 10 mesi, mentre lei - 25 anni - è stata condannata con rito abbreviato, quindi con lo sconto di un terzo, a 2 anni e 9 mesi. Salate le multe: 42mila euro per lui e 12mila per la ragazza. Al 30enne, tuttora in carcere, è stata anche revocata la condizionale per una condanna del 2020. Una volta scontata la pena, inoltre, scatterà l'espulsione. Patteggiamento, poi, per un'altra ragazza, 29 anni, residente a Reggio (con obbligo di firma), a cui era affidata la custodia degli stupefacenti: 3 anni e 2 mesi, oltre al pagamento di 24mila euro di multa.

Importatori, corrieri e guardiani della polvere bianca: ognuno aveva il proprio ruolo all'interno del gruppo, ma poteva capitare che più o meno tutti entrassero in azione quando il business stava per andare in porto. Come il 15 novembre 2022, quando bisognava organizzare la consegna di un chilo di cocaina all'agente sotto copertura: il boss gli aveva proposto il campione della «roba» (5 grammi, da testare, consegnati a Fidenza); un complice, insieme alla 29enne alla guida di una Mercedes, ne aveva portati altri 9 etti circa a Parma, e infine, a casa della stessa ragazza, ne erano stati presi altri 152 grammi.

Luca aveva agito nell'ombra dall'autunno del 2022 fino alle prime settimane di quest'anno, quando era stato organizzato il blitz a Vidalenzo, nell'appartamento del numero uno del gruppo e della sua compagna. Quel pomeriggio di gennaio l'uomo aveva cercato di fermare in tutti i modi gli agenti che tentavano di entrare: in quattro l'avevano placcato prima di riuscire a immobilizzarlo. E al primo scroscio dello sciacquone, avevano capito il perché: dopo aver forzato la porta del bagno, avevano visto la donna gettare nel water dei frammenti di un panetto di cocaina da oltre 500 grammi. Ma il tesoretto era uno zainetto sportivo, posato lì accanto, con all'interno oltre 1 chilo di «roba».

C'era la merce, ma in casa erano conservati anche i guadagni: 6.500 euro in un comodino della camera da letto, altri 4.250 in cucina e nell'armadio un Rolex oro e acciaio con brillanti e un Mido Ocean Star con cassa nera e oro. Non mancavano poi gli attrezzi del mestiere, come una bilancia di precisione, un apparecchio per il sottovuoto e una pressa metallica artigianale.

Ma il gruppo ci teneva anche a diffondere la propria griffe. E, allora, ecco due stampi in legno usati per imprimere il «logo della casa» sui pezzi di cocaina: uno con l'acronimo NYC, l'altro con l'effigie di due cuoricini. La stessa immagine romantica che compariva su uno dei panetti finiti nelle mani dell'agente infiltrato.

Georgia Azzali