Appennino
Tizzano-Schia, la strada fantasma di Musiara
Musiara Lungo la strada che non c’è più. I passi si spengono in un silenzio quasi surreale, sull’asfalto che per decenni è stato fra i più trafficati della provincia con file ininterrotte di auto in viaggio verso la neve per gli sciatori dell’inverno o verso il fresco per chi d’estate sfuggiva all’afa della città. È la strada che una volta da Tizzano conduceva più rapidamente a Schia: ma adesso, dopo avere superato il piccolo abitato di Musiara Inferiore, l’asfalto inizia a contorcersi e deformarsi fino a scomparire, inghiottito e spazzato via dalla violenza che scagliò il guard-rail ad alcune decine di metri.
Un fantasma di roccia frantumata che, a 10 anni esatti dalla disastrosa frana che interruppe la strada, ora ritorna alla Natura, che anno dopo anno se ne riappropria e si infiltra nelle fessure della carreggiata dove spuntano fiori, cespugli e anche alberi. Sarebbe una visione suggestiva, se alla curva successiva un gigantesco macigno precipitato dopo la frana (e sarebbe stata una tragedia se fosse caduto quando ancora transitavano le auto) non apparisse all’improvviso come un monumento alla fragilità idrogeologica del nostro Appennino e di tanta parte del nostro bel Paese, e non sconsigliasse di proseguire quella passeggiata un po’ pericolosa.
È una immagine che atterrisce e sconvolge, specie se quella strada conserva decenni di ricordi. Un paio di anni fa è stato annunciato che la Tizzano-Schia tornerà percorribile: se si riuscirà, certo sarà un’impresa complessa e costosa, ma ovviamente sarebbe importante per tanti abitanti della zona oggi costretti a più lunghe deviazioni. Intanto, avere visto da vicino la forza della frana ci fa sentire ancora più piccoli e fragili, mentre la strada fantasma resta lì sospesa come un incubo o una favola, triste e tenera insieme, di questo amabile mondo piccolo in Appennino.
Testo e foto di Gabriele Balestrazzi