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Chiusa residenza per anziani in via Varese: non era autorizzata
Le porte si erano aperte il 3 maggio scorso e fino a venerdì la Comunità alloggio «Residenza Maria» di via Varese 17/a accoglieva - su 16 posti letto disponibili - 13 anziani ospiti, di cui uno temporaneamente ricoverato all’ospedale Maggiore.
Tutte persone per cui si è dovuta trovare d’urgenza, in pochissime ore, una soluzione: la società che la gestiva non aveva mai ottenuto l’autorizzazione necessaria ad operare. Lo hanno accertato i carabinieri del Nas, intervenuti con un sopralluogo su segnalazione del Comune di Parma, a sua volta messo in allerta dal Servizio assistenza anziani di un altro Distretto sociosanitario che lì avrebbe dovuto inserire un anziano.
L'esito dell'ispezione
«A livello di gestione assistenziale, il riscontro dei nostri operatori del Servizio Sociale e del Nas è che i parametri c’erano tutti: nessun tipo di carenza è stata riscontrata rispetto alla qualifica del personale, alla adeguatezza della struttura o alla presenza dei supporti necessari per il benessere degli ospiti. Anche i familiari hanno confermato la qualità della presa in carico – si affretta a rassicurare l’assessore al Welfare Ettore Brianti - . Ma siamo rimasti molto sorpresi dalla gravissima mancanza di autorizzazione al funzionamento prevista dalla legge regionale». Che ovviamente mira a garantire la tutela e la sicurezza di chi si trova in una struttura socio-assistenziale o socio-sanitarie.
L’iter prevede che chi intende aprire un’attività del genere - che sia Cra o Comunità alloggio, a seconda dei livelli di auto-sufficienza dei possibili ospiti – debba inviare la documentazione necessaria per avviare la pratica di autorizzazione.
A questo punto una commissione mista che comprende l’Ausl e altri soggetti competenti si occupa delle verifiche necessarie e rilascia un parere tecnico al Comune. A cui spetta la decisione finale.
Aperta a maggio
In questo caso, nonostante in via Varese le prime stanze siano state occupate a maggio, l’istanza di richiesta di autorizzazione è stata presentata solo il 28 luglio scorso e l’istruttoria era stata, sì, avviata, ma nessun provvedimento era ancora stato emesso.
Dopo l’ispezione dei Nas la comunità alloggio è stata dunque immediatamente sottoposta a sequestro amministrativo: battenti chiusi. E a ridosso di Ferragosto, nel mese più «caldo» dell’anno per le strutture per anziani dovuta all'aumento degli inserimenti temporanei - quelli che risolvono il problema della badante che torna a casa per più settimane o che permettono ai familiari di prendersi un periodo di vacanza-sollievo per riuscire a recuperare le energie - gli ospiti della Residenza Maria hanno dovuto essere ricollocati d’urgenza.
«Devo davvero elogiare il Servizio Non autosufficienza del Comune e il Servizio igiene e l’Unità di valutazione geriatrica dell’Ausl. In poche ore, coinvolgendo anche i familiari e avendo davanti anche casi non semplici, hanno fatto un lavoro enorme e importante e sono riusciti a trovare una soluzione per tutti – sottolinea Brianti -. Qualcuno è stato accolto in strutture similari, altri sono stati presi in carico dai familiari e una, per la sua situazione particolare, si trova in un ospedale di comunità».
Per poter riavviare l'attività, la società che gestiva la «Residenza Maria» di via Varese dovrà attendere che sia completato l’iter per ricevere l’autorizzazione al funzionamento, obbligatoria per legge.