Lutto
Déco e antiquariato: addio a Peppe Iervolino, il profeta del bello
Déco, pezzi unici di bigiotteria, modernariato e antiquariato. La bellezza per Peppe, all'anagrafe Giuseppe, Iervolino non aveva davvero segreti. Così come i valori veri della vita - in primis l'amicizia -, affrontata con quell'ironia e fatalismo che solo i napoletani riescono a fondere. Una vita che negli ultimi tempi con lui, spirito generoso, è stata davvero avara. Iervolino se n'è andato, infatti, mercoledì sera a 69 anni, stroncato da un male incurabile. Ma affrontato, come sempre, con il suo proverbiale sorriso. Un signore alla Eduardo De Filippo, insomma, nemico di ogni grossolanità e sguaiatezza.
Nascita partenopea, ma parmigiano d'adozione, nella nostra città Peppe arriva nel 1979. A introdurlo a Parma e, soprattutto, nel mondo delle arti decorative, è Gian Marco Chiavari che di Iervolino fu una sorta di «mentore». La prima galleria che apre è «Borgobello» (nome che lo seguì in tutti i suoi negozi) in di borgo Montassù. Dove, come ricorda la carissima amica Lella Ghiretti, «almeno tre-quattro volte l'anno venivano realizzate delle personali di autori contemporanei». Fantasioso e innovatore, tra le numerose mostre, Peppe realizza «”Frisbee” - continua l'amica -, con foto all'interno di cornici che ricordavano il famoso disco».
Nel frattempo cresce la collaborazione tra Chiavari e Iervolino con Mercanteinfiera, che li vede veri e propri pionieri. «A partire dalle prime edizioni - puntualizza Lella - che avevano luogo ancora al parco Ducale». Quello con il Mercanteinfiera fu un filo che Peppe non tagliò mai del tutto. «Un'indimenticabile “collaterale” del Mercante a cui lui diede impulso - prosegue - fu quella sul Quartetto Cetra, in cui vennero esposti locandine, manifesti e dischi dell'indimenticabile gruppo».
Da borgo Montassù Iervolino sposta il «Borgobello» in via XXII Luglio, dove realizza la mostra sui manifesti pubblicitari del Campari, fino a via Repubblica 92, che sarebbe stata purtroppo la sua ultima destinazione. Anche in quella zona del centro, Peppe si fa apprezzare per educazione, simpatia e profonda umanità. Una dote, quest'ultima, che mette un po' in tutte le cose. Nel lavoro, che per un antiquario è fatto di ricerca e passione, ma anche nel divertimento. Grande trascinatore e animatore delle serate parmigiane, in compagnia non manca mai di farsi apprezzare, oltre che per le raffinate battute, per la sua innata verve teatrale e musicale. Voce non comune, sa avvolgere e incantare l'uditorio con pezzi leggendari della canzone napoletana, come «Malafemmena» o il repertorio di Renato Carosone.
Amante anche dei viaggi, l'amica Lella non scorderà mai «quella volta in Gambia quando si esibì in un tip-tap di fronte a un capo tribù locale, mandando in visibilio tutta la comunità indigena».
Aveva amici dappertutto, anche all'estero, ora tutti increduli al pensiero che Peppe non ci sia più. Lo potranno salutare oggi all'hospice Piccole Figlie di via Po e domattina alle 9 nella chiesa di San Michele dell'Arco, in via della Repubblica 99, dove sarà celebrato il funerale.
Proprio lì, di fronte al negozio di Peppe, c'è Oggetti'900 del suo amico e collega Vincenzo Cataldo, che con Iervolino fece vari Mercanti e mercati dell'antiquariato anche fuori provincia. «Mi ha aiutato tantissimo nella professione - spiega -, da lui ho imparato molto. Era anche un vero amico. Mi mancheranno il caffè che prendevamo alla mattina qui in via della Repubblica, il suo buonumore, la positività, la sensibilità, i suoi racconti che ogni volta si arricchivano di un particolare indimenticabile e la passione nel suo lavoro per soddisfare la sua affezionata clientela. Negli ultimi mesi, vedere la sua saracinesca abbassata era un grande dolore». Ma quello che ha lasciato non se ne va con lui. Vincenzo ricorda, infatti, che «Peppe, ogni volta che moriva un suo amico, lasciava accesa una candela per tutta la notte. Mercoledì sera l'ho fatto anch'io. Spero che stia bene dov'è ora. Se lo merita».