LUTTO

Rogo di viale Tanara, Bore dà l'addio ad Adreana Borella: «Donna colta e gentile»

Pierluigi Dallapina

Bore Amava il sole e il mare ma detestava la neve, lei eterna ragazza cresciuta sui monti attorno a Bore. E poi adorava ballare e leggere. Ma le piaceva anche continuare a studiare l'inglese, imparato da piccolissima a Londra, dov'era nata, prima di tornare fra i boschi e le case in pietra dell'Appennino quando era ancora bambina. Adreana Borella era una donna dolce, delicata, che aveva imparato ad accettare con il sorriso i lutti e le sofferenze che si erano accanite prima contro la sua famiglia e poi su di lei, come quel terribile incidente nel 2017 che la inchiodò su una sedia a rotelle. Lo stesso sorriso largo, solare, le illuminava il volto nella foto esposta su un tavolino davanti alla chiesa di Metti, la piccola frazione di Bore che ieri mattina ha pianto al funerale della vittima del rogo di viale Tanara.

Il 14 agosto Adreana, 61 anni, era nella sua stanza, stava riposando, quando al piano terra della «Casa di Arianna», gestita dalla cooperativa «Il Quartiere di Avitas», è scoppiato un incendio. Paralizzata a causa di quell'incidente avvenuto nei pressi di Varano, ha chiesto aiuto ma le fiamme non le hanno lasciato scampo. Adreana Borella è stata uccisa dal fumo e dal fuoco come le sei vittime dell'incendio divampato a inizio luglio in una casa di riposo a Milano. La presidente della cooperativa, Cinzia Gabbi, è indagata per omicidio e incendio colposi, ma ieri, nella piccola chiesa di San Leonardo, le domande e la rabbia si sono sciolte nelle lacrime di chi ha voluto bene a questa donna leggiadra e fragile.

«Mia zia amava la musica e il ballo» racconta Giorgia, la nipote, al termine del funerale, rivolgendosi a tutte le persone che hanno affollato i venti banchi della piccola chiesa di Metti.

«Era molto legata alla sua famiglia e si faceva volere bene da tutti. La vita, però, è stata particolarmente severa nei suoi confronti, caratterizzata da tante difficoltà e lutti. Ciò nonostante, ha affrontato tutto questo con forza e coraggio».

Adreana aveva perso il fratello, Marco, stroncato a soli 44 anni da un infarto, mentre il 27 novembre dell'anno scorso era mancata Edda, la mamma originaria di Morfasso, nel Piacentino.

Francesco, il papà, conobbe la futura moglie a Londra, dove nacquero i due figli della coppia che decise di rientrare in Italia, ai Fiori, altra frazione di Bore, quando Adreana aveva 5 o 6 anni. Ora riposano tutti nella cappella di famiglia, la prima a destra, appena entrati nel cimitero di Metti.

Oltre ai parenti - in prima fila, insieme a Giorgia, c'erano anche Ilaria e Monica, rispettivamente cugina e cognata di Adreana - al funerale c'era Diego Giusti, il sindaco di Bore, affezionatissimo alla 61enne.

«Eravamo vicini di casa e avevamo un bellissimo rapporto. Mi ricordo che mi aiutava ad imparare l'inglese. Lei lo parlava benissimo», rivela il primo cittadino. «Adreana era una persona solare, amava molto il mare e il sole».

Anche la danza era una sua passione, tanto da diventare insegnante di liscio e aprire una scuola di ballo a Lavagna, dove si era trasferita dopo il secondo matrimonio. Tornata ai Fiori aveva lavorato come cameriera - una professione imparata da ragazzina, quando terminate le scuole medie andò a lavorare nella gelateria degli zii in Germania, a Warburg - e poi a Noceto, nella struttura «Il giardino». E proprio a Noceto si stava recando il giorno del terribile incidente.

«Adreana aveva accettato la sua condizione con fede e gioia di vivere», continua Giusti, unico rappresentante delle istituzioni presente al funerale. I responsabili della struttura dove è morta la 61enne ieri mattina non si sono visti, così come non c'era nessuna rappresentanza istituzionale della città.

Non è mancato invece padre Felice, frate dell'Annunziata. «Ho avuto la grazia di accompagnare spiritualmente Adreana negli ultimi cinque o sei anni. Era una donna molto colta. Aveva 500 libri», rivela il frate originario dell'Argentina, che ha concelebrato il funerale insieme a don Renzo Corbelletta (parroco di Metti dall'87 al '97) e a don Alfonso Calamari, affiancati dal diacono Roberto Rossetti. «Adreana era molto delicata. Aveva instaurato una bella amicizia, con tante vicine di camera. Mi chiamava spesso per chiedermi di accendere nella mia chiesa una candela in ricordo della sua mamma. Tutte le volte ho esaudito il suo desiderio». Gianni, un amico di Bore, si allontana dal cimitero con gli occhi lucidi: «Adreana era una bellissima ragazza e una persona sensibile, attena. Aveva un carattere molto dolce». Asciugate le lacrime ora resta da capire perché il suo sorriso è stato cancellato da quelle fiamme maledette.

Pierluigi Dallapina