Parma
Stadio Tardini, la «partita» ora è sulla durata della concessione
«Una giornata importante per tutti». Sintetizzano allo stesso modo il sindaco Michele Guerra e Luca Martines, managing director corporate del Parma, il martedì appena trascorso, quello del progetto definitivo del nuovo Tardini. Le stesse parole per riassumere una giornata che si era aperta attorno alle 9,15 con l'arrivo in Municipio dell'attesa Pec, la posta elettronica certificata, con tutti i dettagli dello stadio del futuro, ed era proseguita attorno all'ora di pranzo proprio con un colloquio, nell'ufficio del sindaco, fra gli stessi Guerra e Martines.
Il dirigente crociato non aggiungerà alla fine altro, il sindaco invece chiarirà come il Parma calcio si sia «impegnato a osservare i punti che la maggioranza ha espresso nella propria mozione e altri saranno oggetti di discussione nella Conferenza dei servizi. La Conferenza sarà convocata nei prossimi giorni e lavoreremo perché tutto possa andare nella direzione che l’Amministrazione auspica e ritiene migliore per la città». Sul progetto, poi, «è complesso, articolato e serio. Ringrazio la Società per il lavoro svolto e sono certo continueremo a collaborare in un clima di serenità e condivisione».
La Conferenza dei servizi
Come sottolinea Guerra, la «partita» ora si sposta alla Conferenza dei servizi, l'organismo preposto alla valutazione dei progetti di valenza pubblica, come Consiglio comunale e Giunta hanno definito il nuovo Tardini. Cinque giorni lavorativi il termine per convocarla e 60 perché si esprima sul progetto. Entro fine novembre dovrebbe quindi arrivare il parere che potrebbe davvero dare il via al disegno esecutivo e, quindi, al cantiere.
Positivo, su questo passaggio, Antonio Nouvenne, capogruppo in Consiglio comunale del gruppo di maggioranza Prospettiva che, prima, ringrazia Comune e Parma «per aver rispettato i moderni vincoli ambientali e molte delle esigenze emerse durante gli incontri con i cittadini», confidando che «la Conferenza dei servizi sarà l'occasione per trovare il definitivo allineamento fra le istanze di tutti».
La concessione
Se, come spiega sempre il sindaco e Nouvenne, il progetto recepisce le indicazioni della mozione del 3 aprile scorso, resta aperta la questione della concessione, ovvero la durata della gestione dell'impianto da parte del club crociato. Una prima ipotesi arriva dall'allegato numero 665 del progetto depositato ieri in Comune. È la cosiddetta «bozza di convenzione» con cui il Parma chiede la gestione per 90 anni. Lo fa prendendo spunto dalla legge sugli stadi che, per incentivare la riqualificazione degli impianti sportivi italiani, alza il termine sino a 99 anni. Nella maggioranza in Comune invece si preferirebbe scendere a 60, con una possibile proroga di altri trenta. È questo, di fatto, l'ultimo nodo da sciogliere, prima di un definitivo consiglio comunale chiamato a votare proprio sul «diritto di superficie».
138 milioni «privati»
La questione è legata anche al piano finanziario che il Parma ha sviluppato sull'arco dei 90 anni. L'investimento complessivo di 138 milioni di euro sarà infatti per il 60% direttamente a carico della famiglia Krause e per il restante 40% al sistema bancario (con una quota importante dall'Istituto del credito sportivo con un probabile finanziamento ventennale).
La sostenibilità
Intanto emergono nuovi dettagli sulla sostenibilità ambientale del nuovo Tardini. Oltre all'impianto fotovoltaico sul tetto, al recupero delle acque piovane e alla riduzione delle emissioni acustiche e luminose, nella costruzione si farà ampio uso di materiale riciclato. Le facciate dello stadio, ad esempio, saranno composte di lastre di schiuma d'alluminio, metallo realizzato riciclando lattine. I progettisti hanno preso spunto dall'edificio della Fondazione Prada a Milano. Sulle pareti esterne del Tardini saranno collocate in diretta relazione con il sole proprio per evitare i raggi diretti verso l'interno, verso i tifosi.
Giuseppe Milano