IL CASO
Salso, «patronage» del 2009. Il sindaco: «Ci atterremo alla Corte dei Conti»
Torna a far parlare la lettera di patronage sottoscritta nel novembre 2009 dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione, all’epoca soci dell’ex azienda termale, per una cifra attorno ai 12 milioni di euro, a garanzia di un finanziamento richiesto a un pool di banche, e poi ottenuto, a favore dell’ex azienda termale stessa da utilizzare per l’albergo Valentini.
Ad intervenire, «bacchettando» l’ente di piazza Libertà, è la sezione di controllo della Corte dei Conti regionale che ha sottolineato come la lettera di patronage potrebbe comportare un notevole debito per il Comune termale pesando sul rendiconto per l’esercizio 2021 e sul bilancio di previsione 2022/24.
Secondo i giudici contabili, la lettera del 2009 riguardava un impegno a garantire un contratto di leasing, ma l’operazione violò alcuni dei principi fondamentali per la redazione di un bilancio, ovvero quelli di prudenza finanziaria e sostenibilità, creando ulteriori incertezze per la gestione successiva. Il Comune avrebbe dovuto infatti costituire accantonamenti tempestivi, ma ha ritardato la procedura per evitare un disavanzo significativo: soltanto lo scorso anno l’ente di piazza Libertà ha costituito un accantonamento consistente, ma anche questa cifra potrebbe non essere sufficiente.
In conclusione, la Corte dei Conti raccomanda dunque al Comune di monitorare la situazione e di determinare accantonamenti in base a una valutazione accurata dei rischi richiamando l’ente a misure adeguate, in particolare per determinare con precisione l’esposizione debitoria, così da evitare inutili blocchi di risorse o stime errate.
Già nel 2021 su questo argomento si erano create polemiche politiche in quanto le banche avevano chiesto l’escussione, con la Lega che aveva denunciato come il Comune non avrebbe potuto far fronte al pagamento del debito, per una quota pari al 60%, cosa che avrebbe potuto fare la Regione che però si sarebbe potuta rivalere solidalmente su Comune e Provincia creando comunque difficoltà finanziarie ai due enti.
«Ci atterremo agli indirizzi della Corte dei Conti – afferma il sindaco Luca Musile Tanzi –. Si tratta di un impegno che hanno assunto i rappresentanti dei tre enti soci e secondo me non ha nessun fondamento la garanzia in quanto una decisione così importante avrebbe dovuto essere assunta dal consiglio comunale, fatto che non è avvenuto. Di certo l’accantonamento della quota ci crea problemi perché l’importo è vincolato e dunque non si può utilizzare per altri scopi di bilancio». Interpellato, l’ex sindaco Filippo Fritelli ha preferito non intervenire.
Infine, dall’analisi è emersa anche una capacità di riscossione limitata dell’ente di piazza Libertà, nonostante il mantenimento degli equilibri di bilancio principale.
M.L.