MALTRATTAMENTI
Dieci anni di minacce e botte alla madre per avere i soldi della droga: condannato
Dieci anni che le hanno quasi fatto dimenticare com'era suo figlio. Com'era quel ragazzino prima che la cocaina cominciasse ad insinuarsi nella sua vita. Fino a diventarne la regista che non ammetteva nessun altro sulla scena: c'era solo lei. Al centro di ogni giornata. Poi era arrivata anche la dannazione del crack. E per tentare di tenere a bada l'astinenza, l'alcol. Così, la richiesta di soldi era diventata sempre più pressante. Fino alle minacce, alle botte, a quelle esplosioni di violenza che più volte avevano ridotto la casa a pezzi. E Gianna (la chiameremo così) aveva cercato di farlo curare: un periodo in una clinica psichiatrica, ma poi tutto era ricominciato. Fino all'ultimo si era tormentata, però lo scorso gennaio aveva fatto il passo che aveva spezzato anche lei: si era decisa a firmare la denuncia, in base alla quale per il figlio era poi scattato il divieto di avvicinamento. E ieri il ragazzo, 27enne, parmigiano, accusato di maltrattamenti, tentata estorsione e lesioni aggravate, è stato condannato a 3 anni dal collegio presieduto da Alessandro Conti.
Puntare il dito contro il figlio: una decisione faticosissima per Gianna. L'8 gennaio scorso aveva messo piede in caserma mostrando i lividi su un braccio: era stato il figlio, aveva ammesso, ma poi non era riuscita a mettere il suo nome sotto la denuncia. Ma una settimana dopo aveva superato anche le ultime titubanze. Quella sera, poco prima di andare a dormire, si era sentita ancora una volta sola, impaurita e impotente. Lui voleva 20 euro, perché altrimenti, come aveva fatto altre volte, avrebbe spaccato tutto. E al suo no, le aveva rifilato uno schiaffo. Era uscita a piedi, Gianna, senza telefonino perché gli era stato sfilato, ed era andata alla caserma dei carabinieri poco distante. Al ritorno a casa, accompagnata dai militari, lui però era sparito.
Ma in quel momento Gianna comincia il suo racconto di dolore. E consapevolezza. Rievoca quei dieci anni di angoscia e smarrimento: il figlio sempre più aggressivo, gli insulti, poi le minacce. Anche di morte. Ricorda tutto: le parole che l'hanno ferita, gli schiaffi, i pugni, le volte in cui è stata sbattuta contro le pareti di casa, anche se lei non ha mai messo piede in Pronto soccorso. Spiega anche che in quelle ultime settimane lui sembra faccia sempre più fatica a controllarsi.
La droga, poi l'alcol e solo qualche tentativo fallito di uscirne. Dopo la denuncia, era stata lei a lasciare la casa di famiglia, continuando però a pagare affitto e bollette per il figlio. «Gli ho fatto arrivare una pizza a casa, perché lui non ha soldi nemmeno per mangiare», aveva detto ai carabinieri nei giorni successivi.
Un amore inattaccabile. Nonostante l'esasperazione. Al di là della paura.
Georgia Azzali