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Riciclaggio, in crescita le «operazioni sospette»: +16% a Parma nel primo semestre

Andrea Violi

Aumentano le operazioni sospette in Emilia-Romagna, Parma compresa. Nel primo semestre di quest'anno, le segnalazioni arrivate da Parma su operazioni finanziarie a rischio di riciclaggio o di sostegno al terrorismo sono più alte del 16,25% rispetto al primo semestre 2022. Un trend ben più marcato rispetto al totale regionale, che segna +7%. Le segnalazioni arrivano all’Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia. Sono dovute molto spesso a sospetti di riciclaggio; nei primi 6 mesi di quest'anno i sospetti di finanziamento al terrorismo erano limitati a 141 operazioni, pari allo 0,18% del totale.

Ieri la Uif ha pubblicato la nuova edizione dei «Quaderni dell'antiriciclaggio», in cui analizza il fenomeno nel suo insieme.

A livello nazionale, nel primo semestre, dice l'analisi, «la Uif ha ricevuto 77.693 segnalazioni di operazioni sospette, in aumento del 4,7 per cento rispetto a quelle pervenute nel primo semestre del 2022» (ma nel secondo semestre '22 le segnalazioni erano state ancora più numerose). Le segnalazioni alla Uif arrivano, nel 54,5% dei casi, da banche e Poste, «anche se in calo di oltre 3 punti percentuali rispetto allo stesso semestre dell'anno precedente. In aumento il contributo degli Istituti di moneta elettronica (14,3% del totale), dei prestatori di servizi di gioco (8,1%) e dei notai e Consiglio Nazionale del Notariato (4,6%)».

In base a queste segnalazioni, poi, ci sono verifiche e approfondimenti da parte delle autorità. Fra gennaio e giugno di quest'anno, la Uif «ha complessivamente analizzato e trasmesso agli organi investigativi 78.219 segnalazioni, in aumento del 7,7% rispetto al primo semestre del 2022; l'Unità ha inoltre valutato 89 istanze di sospensione, 14 delle quali con esito positivo (15,7% del totale), per un valore complessivo di 3,2 milioni di euro».

A livello regionale, i movimenti di denaro considerati sospetti sono 4.922 nel primo semestre 2023; erano 4.599 nello stesso periodo del 2022 (+7,02%). Aumentano a Bologna (+11,18%), Modena (+16,99%), Reggio Emilia (+13,04%) e Parma (+16,25%). Sostanzialmente stabile Forlì-Cesena. Calo a Piacenza, Ferrara, Ravenna e Rimini. E i dati di Parma spiccano: in termini percentuali è seconda solo a Modena. Nel primo semestre 2023 le segnalazioni dal Parmense su operazioni sospette sono state 558; fra gennaio e giugno 2022 erano state 480. L'anno scorso in diverse province i dati si sono poi «appesantiti» ulteriormente nel secondo semestre, come mostra il grafico.

Nel corposo documento della Uif si trova anche un capitolo sui money transfer, i servizi con cui si può inviare denaro all'estero. Qui Parma si conferma, come nel recente passato, fra le province in cui le operazioni sospette incidono di più negli importi inviati e ricevuti ogni 100mila abitanti, assieme - tra le altre - a Bologna, Modena, Piacenza, Milano, Torino, Firenze e Roma. Dal nostro Paese, dove vanno maggiormente i soldi su cui viene acceso un faro per i controlli? Il Marocco sale al primo posto, con 5.394 segnalazioni: il 10,5% del totale nazionale. Il Pakistan scende al secondo posto: 4.115 segnalazioni in Italia (8% del totale). Seguono Filippine (3.993), Romania (3.528), Senegal (3.209), Albania (2.904), Tunisia (2.295), Georgia (1.917), Perù (1.649), Turchia (1.485).

Andrea Violi