A Parma
Nel «rito» di Patti Smith in piazza Duomo, un brano per l'ex rettore Loris Borghi
Patti Smith, cantante e artista nata “nel” e “con” il punk, donna che ha attraversato 4 decadi di rock, ieri sera ha cantato in piazza Duomo a Parma, città che nel 2017 le aveva conferito la laurea magistrale honoris causa in Lettere classiche e moderne.
Uno dei simboli della libertà artistica nel cuore della vita cristiana di Parma nel giorno in cui si celebra San Francesco. Potrebbe sembrare una contraddizione, una provocazione ma non è così. Un po’ perché in più occasioni ha citato la sua ammirazione per la figura del Papa e un po’ perché la parte spirituale è sempre stata al centro della sua musica, una spiritualità profonda e purificatrice che va ben oltre i simboli e i riti.
E proprio di rito si deve parlare a proposito del suo concerto di ieri sera, organizzato dal Comune di Parma e Assessorato alla Cultura, Caos Organizzazione Spettacoli, in collaborazione con Fondazione Teatro Regio di Parma, e grazie alla disponibilità del Vescovado. Un concerto ben diverso dai 2 famosi (anche per tragici motivi) concerti italiani del ‘79 ma sempre atteso dal pubblico che, a occhio, per buona parte la segue da tempo e che l’ha accolta con un caloroso applauso, ricambiato da una dedica speciale e da «Grateful», con la quale ha aperto il concerto. Poi «Ghost dance», canzone sull’amore verso la terra a sottolineare la sua attenzione verso questi temi. «My blakean year» è una preghiera per tutti i lavoratori, indipendentemente dall’attività. La rabbia e l’attitudine punk hanno da tempo lasciato il posto a un’artista profonda, che fa del rock un inno e un modo espressivo. Tra i grandi gruppi americani degli anni ‘70 ci sono i Television dell’amico Tom Verlaine: a lui, scomparso a gennaio, ha dedicato «Guiding Light», una delle più belle canzoni dei Television. È rimasta intatta, invece, la sua capacità di declamare ogni pensiero e ogni parola come parte di una poesia e così ha descritto le suggestive immagini di «Nine».
Se fino a questo punto il concerto è stato intenso ma tranquillo, con «Dancing barefoot» («Una canzone per tutte le donne») Patti Smith e il suo trio chitarra (il figlio Jackson), basso (Tony Shanahan) e batteria (Seb Rochford) hanno iniziato ad aumentare i livello emozionale della musica. L’intensa «Beneath the Southern Cross» era per Loris Borghi, l’ex rettore dell’Università di Parma morto nel 2018. Emozionante, con quell’invocazione a «Sentire la libertà» e l’emozione nel ricordare la sua laurea. Un omaggio a Bob Dylan con la sua «One too many mornings» e poi una lunga parte finale che ha regalato brividi ed emozioni. «Pissing in a river» carica di energia, la lettura dal «Cantico delle creature» di San Francesco, «After the gold rush» di Neil Young. Ancora un ricordo parmigiano con la lettura di una poesia di Bernardo Bertolucci e poi «Because the night» che ha fatto alzare e ballare tutta la piazza. «People have the power» ha chiuso questa serata speciale, con Patti Smith visibilmente emozionata capace di regalare un concerto intenso, forte e straordinariamente vivo.
Pierangelo Pettenati