La storia
Aurora, la mucca felice di Neviano
Sui tornanti di strada del Torrione Aurora risiede, con lo sguardo rivolto verso la valle, per raccontare a chi passerà la storia di un animale dalle tante virtù e simbolo del mondo agricolo.
È stata inaugurata ieri mattina a Neviano «Aurora», il monumento alla mucca felice, voluto da Massimo Bertani, veterinario e presidente dell’associazione culturale BoVino - Monumenti del Torrioncino, che ha preso vita dalle abili mani di Sincero Bondati, un inno a un animale che ha significato tanto fin dall’antichità per l’uomo. Un momento di festa. Presenti rappresentati della Provincia, carabinieri, polizia locale, Coldiretti, Croce Rossa, il gruppo Enerbia e una riflessione a più voci. Ad aprire la mattinata il sindaco di Neviano Raffaella Devincenzi, che ha ringraziato Bertani «per questo luogo che ci ricorda in che territorio straordinario viviamo», Bondani e la famiglia Ghirardi: «Aurora rappresenta quella che è la fatica del contadino e la sua attività sul territorio».
«Gli agricoltori sono il nostro occhio vigile sul territorio, persone che tengono alla terra, custodi del nostro benessere», ha evidenziato il presidente dell’Unione montana e sindaco di Lesignano Sabrina Alberini. Il consigliere regionale Matteo Daffadà ha aggiunto: «Se non fosse per gli agricoltori, che hanno dimostrato di saper mettere a terra i soldi, non avremmo questo territorio e le sue importanti produzioni».
«Era giusto fare un monumento per ricordare il valore dell’agricoltura per questo paese», ha detto Agostino Maggiali presidente Parchi del Ducato. Giovanni Ballarini, professore emerito Università di Parma, ha raccontato una delle sue interviste impossibili: «Una notte sono venuto qui e mi sono messo di fianco all’Aurora e, guardando il Grande Carro, l’ho interrogata. E la prima cosa che mi ha detto, e che mi prega di riferirvi, è che era ora che si facesse un monumento alla vacca. “Sono antichissima”, ha detto. E mi ha dato una prova: quando l’uomo ha iniziato a scrivere la prima lettera, aleph, è stata proprio quella della mucca, la testa con due corna». E ancora: «Io sono all’inizio della civiltà ma anche all’inizio del potere, del capitale – ha detto Aurora -. Io sono l’unico animale che dà tutto all’uomo. Sono la vera madre che collega il territorio alla vita dell’uomo”. Mi ha detto queste cose».
Poi le parole di Paolo Martelli, rettore Università di Parma, sul progetto Food Project «che vede coinvolti tutti i dipartimenti dell’ateneo rivolgersi al mondo dell’agricoltura e dell’alimentare e necessita di tutte le competenze. Entriamo nell’ambito della grande sfida del sistema universitario, il forte ascolto della società e delle sue esigenze e noi dobbiamo essere in grado di dare risposte».
«La vacca e i veterinari fanno parte di quel piccolo ingranaggio che, insieme agli altri, fanno andare avanti il nostro sistema produttivo, che parte dal discorso di sanità, di benessere animale, di sostenibilità e che porta a dei prodotti come il Parmigiano Reggiano che è una delle fortune del nostro territorio», ha spiegato Giacomo Gnudi, direttore del Dipartimento di Scienze medico veterinarie Università di Parma, mentre Alberto Brizzi, presidente dell'Ordine medici veterinari di Parma, ha posto l’accento sul ruolo dell’ordine: «Siamo i mediatori culturali tra quello che è l’essere animale e il cittadino, l'allevatore. E oggi facciamo fatica a farci ascoltare».
«Una bellissima occasione per condividere punti di vista, riflessioni, rispetto alla cura che credo qui si possa interpretare a 360 – ha detto l’assessore regionale Barbara Lori -. Qui più che altrove si ritrova la connessione stretta tra dimensione tecnica - professionale e quella di chi concretamente è impegnato nel prendersi cura degli allevamenti e del territorio. Elementi che la Regione vuole sostenere e salvaguardare».
Maria Chiara Pezzani