EDITORIALE
L'Europa rafforza la libertà d'informazione
Nel campo della libera informazione le leggi non sono tutto, ma possono fare tanto. Libertà e indipendenza dei media si consolidano in una democrazia quando il quadro regolatorio assicura adeguate tutele ai produttori e ai destinatari delle notizie, ma anche quando cresce l’importanza del valore del giornalismo di qualità, ispirato ai valori della deontologia professionale e consapevole del suo ruolo fondamentale per l’esercizio dei diritti di cittadinanza. Una informazione corretta e svincolata da condizionamenti aiuta un Paese a crescere, stimola la coesione sociale e rafforza il senso civico. In pochi riflettono su questo legame tra informazione responsabile e democrazia matura, perché spesso i media vengono piegati a interessi di parte anziché diventare strumenti al servizio di una comunità.
La visione di libertà d’espressione che l’Europa sta declinando in atti legislativi e prese di posizione ufficiali si ispira proprio a questo modello inclusivo e solidale, funzionale alla valorizzazione dell’informazione di qualità e sulla difesa dell’autonomia di chi divulga notizie di utilità sociale per soddisfare il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati, tanto più nel caotico e dispersivo ambiente digitale.
Afronte delle crescenti minacce alla libertà dei media l’Europa continua il suo impegno nella definizione di un percorso legislativo innovativo ed ambizioso, volto alla costruzione di un modello europeo per la disciplina dei media anche nella dimensione virtuale.
In questo contesto si inserisce il recente via libera della plenaria del Parlamento Europeo al Media Freedom Act (EMFA), una legge con cui vengono messi sotto i riflettori la libertà e l’indipendenza dei media, principi che finora sono stati affrontati quasi esclusivamente dai legislatori nazionali. Le nuove regole approvate dall’aula degli eurodeputati rappresentano un’opportunità per migliorare il sistema dell’informazione europeo, la cui importanza era già stata sottolineata oltre vent’anni fa con l’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, che rilanciava la definizione di libertà d’espressione contenuta nella Convenzione europea per la salvaguardia del diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (1950), aggiungendo, però, la previsione del principio del pluralismo dei media come tassello indispensabile per attuarla nella sua pienezza.
Ora il Parlamento europeo offre agli Stati membri la concreta possibilità di mettere finalmente in pratica questo diritto, offrendo maggiori tutele per i professionisti che fanno dell’informazione la propria missione. Una legge che miri a rafforzare la protezione dei media e dei giornalisti è una testimonianza di civiltà e di spirito democratico, perché non c’è democrazia e nemmeno libertà se i giornalisti non possono svolgere il proprio lavoro come dovrebbero e/o sono vittime di forme di pressione e censura.
Oggi in Europa la libertà dei media è minacciata da una serie di fattori complessi. Questi includono pressioni da parte di poteri economici e finanziari, ingerenze dei governi nei mezzi di informazione e nei servizi pubblici radiotelevisivi, un’elevata concentrazione della proprietà dei media nelle mani di pochi individui o gruppi, attacchi online, violenza fisica contro i giornalisti, ricorsi infondati e pretestuosi agli organi giurisdizionali e una distribuzione iniqua di finanziamenti pubblici.
Per fronteggiare queste minacce l’European Media Freedom Act presenta un insieme di disposizioni mirate a salvaguardare la diversità e l’autonomia dei mezzi di informazione nell’Unione Europea. L’attenzione è posta in modo particolare sull’autonomia e la sostenibilità finanziaria dei mezzi di comunicazione pubblica, così come sulla trasparenza della proprietà dei mezzi e della distribuzione della pubblicità governativa. In altre parole, questa legge si occuperà delle problematiche legate alla concentrazione dei mezzi di comunicazione e istituirà anche un nuovo organismo europeo autonomo per i servizi mediatici, composto dalle autorità nazionali competenti in materia di comunicazione, al fine di monitorare costantemente l’attuazione del principio di indipendenza dell’informazione.
I quattro obiettivi specifici del Media Freedom Act sono: promuovere l’attività e gli investimenti transfrontalieri nel mercato interno dei media; aumentare la cooperazione normativa e la convergenza nel mercato interno dei media; facilitare la fornitura gratuita di servizi di media di qualità nel mercato interno e garantire un’allocazione trasparente ed equa delle risorse economiche nel mercato interno dei media. Sicuramente un grande merito dell’Emfa è quello di armonizzare le norme che vedono protagonisti gli operatori dell’informazione, un settore dove finora ha dominato la frammentazione tra le disposizioni degli Stati membri. Di particolare rilievo è anche la messa a punto di un meccanismo per gestire la rimozione dei contenuti. Secondo gli eurodeputati, infatti, le piattaforme dovrebbero analizzare le dichiarazioni e distinguere quali media sono indipendenti. Solo in seguito dovrebbero comunicare l’intenzione di eliminare/limitare alcuni contenuti e lasciando 24 ore per rispondere.
La Federazione europea dei giornalisti ha espresso il suo gradimento per il nuovo regolamento ma ha anche manifestato una perplessità rispetto alla “mancanza dello stop completo allo spionaggio” dei giornalisti. Infatti, se da una parte si combatte lo strapotere delle grandi piattaforme e la concentrazione dei finanziamenti ai media, dall’altra viene accettata la possibilità che si tengano sotto controllo i giornalisti in nome della “sicurezza nazionale”. L’articolo 4 giustifica infatti l’uso di software spia, ma specifica anche che tali strumenti possono essere impiegati solo come misura di “ultima istanza”, da valutarsi caso per caso e se disposta da un’autorità giudiziaria indipendente per indagare su reati gravi, come possono esserlo il terrorismo o la tratta di esseri umani. Tutto sommato il Media Freedom Act riconosce i giornalisti come una componente cruciale del sistema mediatico. L’indipendenza e l'autonomia dei giornalisti, e di conseguenza la produzione di un giornalismo professionale di qualità, rappresentano condizioni fondamentali per assicurare una diversità di prospettive e opinioni e per evitare qualsiasi forma di discriminazione nella presentazione dei fatti. Un altro tassello prezioso nel mosaico della democrazia dell’informazione europea.