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Corse delle Frecce abolite, il dibattito continua

«Scaricabarile e piagnistei non servono a costruire un progetto alternativo»

Il vero tema è l’accessibilità a Parma, e se il sistema della città oggi sia attrattivo nei confronti degli stakeholders. La domanda che occorre porsi è se la nostra città, affrontando in questa sede la sola questione ferroviaria e non la partita su altre infrastrutture cruciali su cui parimenti si arranca (e che avrebbe meritato una decorosa autocritica da parte della sinistra) resti o meno collegata con Bologna, con Milano, con Roma, con il sistema Av o, in caso inverso, vedere se e come potenziarla.

Esiste anche una questione di cui nessuno parla, e cioè come è collegata la Provincia alla città, e da lì ai centri urbani principali, e su cui FdI sta lavorando con Rfi nel contratto di servizio e con la Regione, che impatta e che non può più essere considerata di serie B, o un tema di servizi complementari, in primis parcheggi, assenti in stazione.

Invocare fatti concreti da parte della destra al governo è poi grottesco se si contribuisce in modo scientifico, come la maggioranza consiliare ha dimostrato anche sulla vicenda dell’aeroporto, a togliere le carte di mano alla città. Ma è sin troppo facile, se persino il Sindaco certifica in quelle colpe ereditate, la dissonanza col Pd cittadino con cui governa, imputare alla sola debolezza dell’avversario la perdita di attrattività di Parma.

Anziché la corsa allo scaricabarile, va analizzato il dato e su quello costruita una proposta. Rfi ha fatto una scelta di mercato, inanellata su un coefficiente di riempimento di treni evidentemente in difetto, e di un’utenza, che forse per fascia oraria, per assenza di servizi complementari o per possibilità economiche, non riteneva gli Av appetibili, ma che potrebbe essere coperta con treni di tipologia differente, IC, chiedendo un investimento all’azienda in connettività a bordo, o treni Blues, innovativi con telecamere a bordo h24, che rendono più sicuri i viaggiatori. Una classe politica, supportata da un mondo produttivo, sana, al ragionamento di fatturato sa opporre il dato sociale dei servizi e/o gli costruisce una rete attorno complementare che seduce, non inseguendo l’umore ma creando nuovi accordi commerciali. Questo non è stato fatto dalla sinistra che governa città e Provincia, che ha un obbligo di mandato nei confronti dei cittadini, ma nemmeno dal mondo produttivo o dall’utenza che richiedono quei servizi. L’Efsa, l’Università di Parma, il Consorzio Italia del gusto, Accurate e Global device nella ricerca scientifica, e pochi altri illuminati, hanno contratto da gennaio 2023 accordi commerciali con RFI portando ad un incremento del reddito della Provincia del 4%, che inevitabilmente, se fortificato da altri partner potrebbe portare ad una maggior appetibilità della linea, oggi tolta, o all’individuazione di altra rotta. Questo vuol dire che se oggi la politica vuole essere seria, ha sì un compito, ma non è di piangere al cospetto di mamma Stato invocando focus, è mettere al tavolo le aziende dei trasporti su rotaie e su gomma, gli industriali, le Università, i consorzi, i Sindaci, gli enti e le partecipate della provincia, e creare un prodotto virtuoso in cui chiede di scommettere, un «sistema Parma» rinnovato. Questo è ciò su cui FdI promette per Parma impegno in tutte le sedi istituzionali, dalle commissioni parlamentari preposte al Governo, partendo dai propri rappresentanti nei consigli comunali. Ma è uno sforzo che mai come oggi deve essere di tutti.

Gaetana Russo (Deputata di FdI, componente della Commissione Trasporti della Camera)

«Parma non è inferiore a nessuno, ma bisogna giocare in squadra»

Mi dispiace leggere in questi giorni la notizia di ben cinque linee ferroviarie Frecciarossa, da e per Milano, che non fermeranno più a Parma. Mi dispiace soprattutto perché quelle Frecce, non più tardi di cinque anni fa, le avevamo portate in città presentandole come un successo di sistema, con l’obiettivo di portare Parma in Italia e l’Italia a Parma. E così fu.

Ma ancora di più mi rincresce leggere le polemiche di questi giorni relative a questa doccia fredda: da assessore ho sempre lavorato affinché il mio interlocutore istituzionale e politico, regionale o nazionale, che fosse di colore rosso, giallo, ocra, arancio o azzurro, ascoltasse le esigenze della città e ne comprendesse le necessità. In questo modo, con questa filosofia, abbiamo portato a casa importanti risultati, tra cui l’aumento delle linee ferroviarie a discapito di territori più privilegiati come Reggio Emilia. Perciò, dico io, mi dispiace leggere le polemiche perché non esiste un responsabile dell’addio delle fermate a Parma, esiste semmai una responsabilità: quella del sistema Parma, che se si scorda di fare squadra non porterà a casa risultato alcuno.

Il sistema Parma è composto dalle sue istituzioni e dalle forze politiche, dal mondo delle associazioni di categoria e da tutto il tessuto economico-sociale e imprenditoriale. O si fa sistema e ci si unisce con l’obiettivo e l’interesse di fare di Parma un centro economico e culturale di valore, oppure si torna a essere una città di provincia. Serve fare squadra, e serve considerare la cancellazione di queste linee come un campanello d’allarme non indifferente: non possiamo come città e come territorio arretrare di fronte allo sviluppo, al progresso e alla crescita. Non di un solo passo.

Tuttavia, mi si permetta un appunto verso la nostra Regione, da sempre orbitante attorno alla Romagna e poco incline agli investimenti sull’Emilia. Questi 5 treni non sono stati cancellati, ma sono stati dirottati, tra Bologna e Milano e viceversa, sulla linea ad alta velocità e non più sulla linea storica. L’unica città della regione che ci perde è Parma! A Reggio Emilia fermeranno sulla linea AV, a Piacenza già non si fermavano e invece in Romagna continueranno a fermarsi provenendo o andando verso la linea Adriatica. Questo è un torto che la città non può continuare a subire: gran parte degli investimenti, delle linee di comunicazione, delle infrastrutture, storicamente, vengono pensate per Bologna fino a Rimini. Siamo forse un territorio minore? Non credo proprio: in 10 anni abbiamo portato a casa la Capitale Italiana della Cultura, la nomina a Città Creativa della Gastronomia Unesco, l’aumento di turisti italiani e stranieri, un gioco di squadra con Piacenza e Reggio Emilia sul progetto VisitEmilia. Parma non è inferiore a nessuno, ma serve complicità, unità e giocare in squadra.

Reputo la perdita dei treni uno smacco su cui bisogna riflettere e ripartire, ma va fatto sin da ora. Sono convinto che la città potrà esprimere ancora l’enorme potenziale che ha saputo esprimere fino ad ora, e lo farà solo tornando a essere sistema, perché ci siamo sempre detti una cosa: se Parma fa squadra non la batte nessuno.

Cristiano Casa (presidente di Visit Emilia, ex assessore al Turismo)