PROGETTO ROTARACT

Al museo d'arte cinese arrivano i pannelli in braille

Anna Pinazzi

Si trovano già accanto ai grandi vasi, alle terrecotte e alle porcellane e anche ai dipinti, ai tessuti, agli amuleti. Per spiegare a tutti i visitatori la storia di quei cimeli. Si tratta dei nuovi pannelli in braille per l’identificazione degli spazi e delle opere del Museo d’arte cinese ed etnografico di Parma.

La possibilità di avere a disposizione questi pannelli, utili a «rendere più accessibile e inclusiva la cultura», è arrivata grazie al progetto Musee (il nome è un gioco di parole che contiene la parola inglese «see», che significa «vedere») di Rotaract. Tra i 14 musei selezionati, c’è proprio il museo di arte cinese ed etnografico della nostra città. La candidatura è stata proposta dal Rotaract distretto 2072 di Parma, che ha supportato il progetto: «Il Rotaract Parma Farnese e il Museo d’arte cinese hanno creato, fin da subito, una proficua collaborazione per la presentazione del progetto e per la successiva selezione che ha portato il museo stesso ad essere scelto tra diverse candidature presenti in tutta la regione - ha spiegato Lorenzo Pandolfo, presidente Rotaract Club Parma Farnese, alla presentazione di ieri mattina al museo -. Tra i diversi ideali che portiamo avanti come associazione, c’è quello di lasciare un segno tangibile di miglioramento nel mondo e, in questo caso, nella comunità in cui viviamo. Quindi confidiamo che questa iniziativa possa contribuire ad ampliare il più possibile il numero delle persone che vorranno godere della magnifica esposizione presente al museo e diffondere il desiderio di conoscere sempre meglio il nostro immenso patrimonio culturale».

Proseguendo nel solco di un percorso ricordato anche dal ministro alla Disabilità, Alessandra Locatelli, che ha incontrato i parmigiani venerdì scorso nella sede dell’Assistenza Pubblica, di «riqualificazione per la tutela della disabilità, anche per l’accessibilità ai servizi».

La speranza del Rotaract distretto 2072 è, infatti, che «il nostro supporto possa servire concretamente - ha aggiunto Maria Eleonora Mosca, rappresentante del distretto Rotaract 2072 nell’anno 2022-2023 -. Per una maggiore accessibilità e per aiutare le persone ipovedenti e non vedenti a cogliere la bellezza di questo museo e delle sue opere».

Al museo di viale San Martino si trovano oggetti d’arte tradizionale africana, densi di storie tribali e protagonisti di riti e tradizioni, oppure i cimeli dei Kayapò, gruppo indio dell’Amazzonia. La collezione più prestigiosa è quella cinese, tra terrecotte, porcellane, bronzi, dipinti, tessuti statue e amuleti, oltre al celebre «studiolo del letterato». Un percorso nello spazio e nel tempo che attraversa culture diverse, raccontato da guide e audioguide e, da ieri, anche dai nuovi pannelli (sullo stesso pannello si trova la spiegazione scritta e in braille).

«Questo progetto ci permette di aderire alle linee dettate dall’International council museum e ci permette di essere inclusivi, aderendo anche alle maggiori direttive in termini di welfare» ha commentato Chiara Allegri, direttrice del museo, presente insieme all’archivista Maurizio Salvarani. «Perché il museo, oggigiorno, deve essere un luogo di welfare, dove la comunità può crescere. In sostanza - ha concluso - un luogo per tutti».

Anna Pinazzi