PARMA

Reddito di cittadinanza, domande dimezzate. Ma quattro su dieci trovano un impiego

Nel giro di dodici mesi le domande per accedere al Reddito o pensione di cittadinanza a Parma e provincia si sono dimezzate.

Il calo locale e nazionale
Dai 3.868 nuclei richiedenti del periodo gennaio-settembre 2022, si è passati ai 1.978 nuclei dello stesso periodo di quest'anno. Si tratta di un calo quasi identico a quello regionale, dove i 39.672 richiedenti di un anno fa, sono diventati poco più di 20mila (20.283). A livello nazionale invece i dati parlano di 590mila domande nel periodo gennaio-settembre 2023, contro 1 milione e 206mila domande dello stesso periodo di un anno fa.

Le ragioni della discesa
Le ragioni di questa discesa verticale sono molteplici e si legano, tra l'altro, al raggiungimento del periodo massimo per il quale si ha diritto al Reddito di cittadinanza, e al fatto che è stata trovata una nuova occupazione o sono cambiate le condizioni reddituali della famiglia. In realtà, una delle motivazioni principali del calo delle domande si lega alla scelta del governo di rivedere la misura nel suo complesso, riducendo la platea dei potenziali aventi diritto.

Tagli agli assegni
Gli effetti di questa scelta già si notano sui dati dei percettori che, al pari dei richiedenti, sono sempre di meno. I tagli degli assegni decretati dal Governo e comunicati dall'Inps, dopo i primi stop via messaggio giunti a luglio, sono proseguiti anche nel mese di agosto e in quelli successivi.

Percettori dimezzati
Le persone che si sono viste sospendere il sostegno sono quelle definite «occupabili», ossia coloro che, con le nuove regole in vigore, non hanno più diritto a ricevere il sostegno dopo la corresponsione della settima mensilità. Rispetto allo scorso anno, i percettori di Parma e provincia sono dimezzati. Si è infatti passati dai 9.781 del 2022 ai poco più di quattromila dei primi sette mesi del 2023. La discesa in realtà era già marcata nell'ultimo triennio: a fine 2021 percepivano il sussidio 12.156 persone, alla fine dello scorso anno invece 9.748, ossia 2.408 in meno.

Tanti trovano lavoro
Nel nostro territorio, in media, trovano lavoro il quaranta per cento delle persone che percepiscono il Reddito di cittadinanza. Il dato testimonia come, da un lato, sia possibile tornare all'occupazione e, dall'altro, le difficoltà della maggior parte dei beneficiari a trovare un impiego.

Facendo un paragone con i dati nazionali, emerge che nel 2019 chi aveva ricevuto almeno una mensilità di reddito o pensione nel parmense rappresentava lo 0,5 per cento del totale dei beneficiari. Negli ultimi due invece anni la percentuale è scesa allo 0,3, dopo essersi attestata allo 0,4 per cento nel 2020 e 2021.

L'importo degli assegni
Lo scorso anno l'assegno medio percepito dai beneficiari di Parma e provincia ammontava a poco più di 480 euro, nel 2021 invece a 464, a gennaio di quest'anno, a 474,99 euro, mentre a luglio a 498,02 euro. Si tratta di cifre molto più basse rispetto alla media degli importi nazionali (581 euro nel 2022 e 577 nel 2021) e simili a quelle regionali (493 euro nel 2022 e 479 nel 2021).

La misura
Il Reddito di cittadinanza era stato introdotto nel gennaio 2019 come misura di contrasto alla povertà. Si tratta di un sostegno economico finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale. Il beneficio viene chiamato pensione di cittadinanza se il nucleo familiare è composto esclusivamente da uno o più componenti con almeno 67 anni.

Le novità
Le novità introdotte dal governo vanno a «tagliare» la platea dei beneficiari, fino ad abolire del tutto il sussidio dal 2024 (anche se negli ultimi giorni è emerso che è prevista una proroga per i fragili). La durata si è ridotta a sette mesi per chi è considerato «occupabile».

Per gli occupabili che escono dal Reddito scatta il Supporto per la formazione e il lavoro. Si tratta di una indennità di 350 euro al mese per dodici mesi al massimo, a cui si ha diritto dopo essersi iscritti al Sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa (una piattaforma online per incrociare domanda e offerta) e aver sottoscritto un Patto di attivazione digitale ai fini dell'accesso al beneficio, rilasciando la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro.

L'assegno di inclusione
Dal 1° gennaio 2024 è previsto l'Assegno di inclusione, destinato ai nuclei con disabili, minori, over 60 o componenti in condizione di svantaggio.