Il caso

Si farà l'autopsia sul corpo ritrovato per capire se è di Luca Ravera

Basilicagoiano L’autorità giudiziaria ha disposto l’autopsia sul corpo dell’uomo rinvenuto a Ponte Enza sabato 4 novembre scorso. Gli esami richiesti dalla procura di Reggio Emilia, che procede visto il ritrovamento in territorio reggiano, serviranno ad accertare l’identità di Luca Ravera, il 57enne scomparso da Basilicagoiano il 13 giugno scorso.Stando alle prime ricostruzioni sarebbe alta la probabilità che si tratti dell’uomo di cui si è occupato più volte anche “Chi l’ha visto?”, il riscontro proverrebbe al momento dagli indumenti riscontrati sul corpo rinvenuto nella golena del torrente Enza. Non si sa invece ancora nulla del contenuto degli indumenti, a quanto emerso durante le ricerche di Luca Ravera avrebbe portato con sé 50 euro e alcuni santini che non abbandonava mai. I maggiori problemi vengono ora dallo stato in cui è stato trovato il corpo. Dalla scomparsa è infatti passata un’intera estate, oltre alla naturale decomposizione vi potrebbe essere stata interazione con parassiti e animali selvatici. Stando ai primi rilievi, infatti, il corpo sarebbe in avanzato stato di decomposizione. Vi è poi l’azione della piena dell’Enza che ha probabilmente smosso il corpo dal punto in cui l’uomo sarebbe deceduto trasportandolo forse per qualche chilometro fino a Ponte Enza. Gli accertamenti saranno tutt’altro che facili, dovranno inoltre provare se vi sia stata o meno colluttazione prima della morte. I resti, trasportati dall’acqua, potrebbero aver subito ulteriori danni. Potrebbe essere relativamente facile rilevare eventi post mortem, eventualità in cui non essendoci circolazione sanguigna non si determinano edemi e lividi. Stando a quanto espresso finora, gli accertamenti potrebbero essere abbastanza rapidi nel pieno tentativo di accertare l’identità di quell’uomo. È possibile che si arrivi alla possibilità di un riscontro tramite Dna ma, nel caso, la procedura potrebbe richiedere ulteriore tempo. Se il processo di trascrizione può essere effettuato solitamente in 24 ore, il problema più evidente potrebbe venire invece dal reperimento e dalla preparazione di campioni validi per il test. Vi è poi l’ulteriore passo del confronto, a cancellare ogni dubbio sull’identità ma, anche in questo caso, potrebbero esserci problemi per il reperimento del campione base. Le domande a cui gli inquirenti stanno ora provando a dare risposte, oltre alla verifica dell’identità, cercano di far luce sugli ultimi avvenimenti di quell’uomo, fino a dove si è spinto e, soprattutto, se è stato un atto volontario oppure causato da qualche malintenzionato. Il caso, se così fosse, si infittirebbe ulteriormente.

Silvio Marvisi