MERCATO IMMOBILIARE

Affitti alle stelle e compravendite al palo: la mappa dei prezzi delle case in città

Pierluigi Dallapina

Per fortuna a Parma non si vedono ancora i prezzi raggiunti a Milano, dove per una stanza in affitto a canone concordato si arrivano a pagare 600 euro al mese, o di Bologna, dove una camera in zona «Rizzoli» costa tra i 400 e i 500 euro. Però è innegabile: anche in città gli affitti sono volati alle stelle. Perché gli alloggi in locazione sono pochi e perché quei pochi che ci sono vengono dirottati dai proprietari verso il mercato degli affitti brevi, considerato più redditizio e meno rischioso: chi paga lo fa in anticipo, azzerando il rischio morosità. Tanta richiesta, poca disponibilità e così il canone si impenna.

Discorso diverso sei si passano in rassegna i dati degli acquisti e delle vendite: in questo caso il mercato è decisamente più ingessato, tanto che Parma è la città dell'Emilia Romagna che nel primo semestre dell'anno ha fatto registrare il calo maggiore del numero delle compravendite, se paragonate allo stesso periodo del 2022, come dimostrano le proiezioni della tabella qui a destra elaborate dall'Ufficio studi di Tecnocasa sui dati dell'Osservatorio immobiliare dell'Agenzia delle Entrate.

Una merce rara
Gli immobili in affitto sono diventati una merce rara. Dal Covid in poi è sempre più difficile trovare in città appartamenti da affittare. «Il problema della locazione investe tutta l'Italia. C'è tantissima domanda e poca offerta. La scarsità dei beni fa aumentare il loro prezzo», premette Alessandro Lucchetti, team manager di Tecnocasa Parma. Ma perché scarseggiano gli immobili? «Perché i proprietari temono di incontrare un inquilino moroso e di non rientrare in possesso del loro immobile in tempi rapidi. E poi c'è il fenomeno degli affitti brevi, che è letteralmente esploso. Lo si vede bene in centro storico e in zona ospedale».

E poi ci sono gli studenti, che hanno bisogno di case che non si trovano. «Al Montanara, che è vicino al Campus, un affitto costa tanto quanto in zona Montebello, che però ha valori immobiliari più alti».

Affitti mordi e fuggi
Alessandro Gugliuzza, geometra e agente immobiliare da 30 anni (Santa Monica immobiliare) ammette: «Quello delle locazioni è un mercato difficile che è stato falsato dal fenomeno degli affitti brevi. Mancano le case e i pochi proprietari che le mettono sul mercato alzano i prezzi. Un bilocale classico ora costerà sui 600 euro al mese. Prima ne bastavano tra i 450 e i 500».

Bilocali a peso d'oro
Federica Carpi, altra agente immobiliare con esperienza trentennale, va dritta al punto: i prezzi. «Ora non si trovano monolocali sotto i 400 euro - spiega una delle titolari de L'Antelami -. Per un bilocale in centro si possono spendere anche 800 euro al mese, mentre per gli immobili con due camere si oscilla tra gli 800 e i 1.200 euro. Dal mercato degli affitti le famiglie tradizionali stanno sparendo. Preferiscono accollarsi un mutuo». E così le locazioni prosperano con i contratti a breve termine per i turisti. «Tanti proprietari, dopo il Covid, hanno convertito le abitazioni per il turismo».

La mappa dei prezzi
È la posizione dell'immobile a fare il prezzo. E così, come dimostra la tabella in basso a sinistra, la zona più cara in assoluto (fino a 4.500 euro al metro quadro per un immobile nuovo signorile) è quella della Cittadella. Prezzi molto più popolari a Vicofertile: in media, un alloggio economico usato costa sui 1.000 euro al metro quadro.

In città, come dimostra l'analisi dell'Ufficio studi di Tecnocasa, le compravendite hanno subito una brusca frenata (-25%). Nessuna città della Regione registra un calo così marcato. Si può parlare di crisi? «Io credo che dopo l'euforia degli anni scorsi, iniziata in periodo Covid, il mercato si sia normalizzato. Questo calo è fisiologico», spiega Luciano Guasti (Union Service) agente dal 1988. Inflazione, guerre e rialzo dei tassi di interesse hanno fatto il resto, spaventando i potenziali acquirenti.

Pierluigi Dallapina