IL DELITTO DI VIA FAELLI
I colpi alla gola e il mattarello: quella violenza brutale e folle
Dividevano la stessa stanza. E in quell'appartamento di via Faelli, adibito a Cas, non c'erano stati scontri con gli altri sette ospiti. Erano dentro di lui i dissidi: Md Rabbi Hosen, 23 anni, era assediato da altri demoni. «Avevo paura che mi stessero avvelenando», ha sussurrato agli investigatori dopo essere stato fermato a poche ore dal delitto.
Ha farneticato quelle poche parole per tentare di spiegare la mattanza della sera prima: il compagno di stanza, Rabby Ahmed, un ragazzino di 21 anni, originario del Bangladesh come lui, massacrato il 30 ottobre mentre era steso nel suo letto. Colpito alla gola con un coltello preso dai cassetti della cucina, lì dove aveva trovato anche il mattarello con cui ha anche infierito sulla testa di Ahmed. Più volte, inoltre, avrebbe affondato la lama sul collo del ragazzo. La relazione definitiva dell'autopsia sarà depositata nei prossimi due mesi.
Un overkill. Una violenza così brutale, e immotivata, da far ipotizzare che Hosen fosse parzialmente o completamente incapace di intendere e volere. E' la strada che molto probabilmente sarà percorsa dalla procura stessa, chiedendo l'incidente probatorio, così l'atto, nel contraddittorio delle parti, entrerà di diritto nel fascicolo processuale. Ammesso che sia dichiarata la capacità di Hosen di stare a processo. «Da parte nostra c'è uno spirito di collaborazione con la procura e credo si vada nella direzione della perizia - spiega Matteo Bolsi, difensore di Hosen -. In ogni caso, anche noi potremmo chiedere l'incidente probatorio per la perizia».
Poi, a meno che dal carcere non arrivino nel frattempo relazioni che sollecitino un immediato trasferimento, Hosen potrebbe anche lasciare via Burla per essere inserito in una Rems, le strutture che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari.
Per ora non sono state contestate aggravanti: oltre all'omicidio volontario, compare l'accusa del porto del coltello, l'arma che gli era stata trovata addosso quando è stato fermato poche ore dopo l'omicidio, che comunque non era quella del delitto.
Lo spartiacque, tuttavia, sarà quello della perizia. Una totale incapacità porterebbe all'assoluzione. Ma - in caso di pericolosità sociale - con un certo numero di anni da «scontare» in una Rems.
Georgia Azzali