CONDANNA BIS

«Te la farò pagare»: per anni insulta e minaccia il vicino gay

Georgia Azzali

L'occhio allo spioncino della porta per controllare l'odiato vicino e il compagno. Si metteva lì, al primo rumore sospetto, per verificare che stessero rientrando, anche se ormai da tempo la coppia, che vive e lavora a 200 chilometri di distanza, torna nell'appartamento solo per il fine settimana. Sempre in agguato, per poi poter passare all'attacco, secondo l'accusa. Perché nel mirino c'era sempre lui, il vicino di casa gay. Insulti, umiliazioni, danneggiamenti: una persecuzione che andrebbe avanti da più di un decennio. L'uomo, 70enne, parmigiano, accusato di stalking, ha già incassato una condanna in primo grado nel settembre del 2022 a 1 anno e 10 mesi per una lunga serie di episodi avvenuti tra il 2012 e il 2017. E ora ne ha collezionato un'altra, considerando che lo stesso copione sarebbe stato replicato fino al 2019: il giudice Alessandro Conti l'ha condannato a 1 anno e 6 mesi, come richiesto dal pm Laila Papotti. A Roberto (lo chiameremo così), che si era costituito parte civile, assistito dall'avvocato Michele Dalla Valle, è stata riconosciuta una provvisionale di 6.000 euro, in attesa del risarcimento che sarà stabilito in sede civile.

Una storia dolorosa che sembra non avere fine, perché ancora oggi, secondo l'avvocato di parte civile, Roberto sarebbe costretto a subire. Già vent'anni fa, quando era ancora un ragazzo, aveva dovuto ingoiare le prime battute insinuanti. Poi i toni si erano fatti sempre più sprezzanti, ma lui aveva pazientato. Fino alla fine del 2017, quando aveva fatto la prima denuncia.

Molestie che gli hanno sconvolto la vita. Gli capitava di uscire di casa e ritrovare quel vicino che lo attendeva solo per il gusto di dileggiarlo o minacciarlo. Più di una volta, poi, si era attaccato al citofono per disturbarlo anche di notte, oppure aveva colpito le pareti di casa sapendo quale rumore infernale potesse avvertire Roberto, visto che l'appartamento era confinante. Anche l'auto del suo compagno, nel dicembre del 2019, era finita nel mirino: uno sfregio sull'intera fiancata.

Poi c'erano quelle parole sibilate con disprezzo: «Te la farò pagare, frocio, ricchione». Le aveva sentite spesso, Roberto. E ogni volta era umiliante. Crudele e penoso. Molto di più della macchina danneggiata. Dei sacchetti di rifiuti che gli capitava di trovare sullo zerbino.

Georgia Azzali