I dati forniti dal questore Di Domenico
Violenza di genere: «170 casi di maltrattamenti, oltre 80 di stalking»
È un fenomeno assolutamente trasversale che coinvolge persone di età, provenienza e culture diverse. Uno solo è il denominatore comune: chi perseguita, picchia, violenta è nella quasi assoluta totalità dei casi un uomo. La vittime, inutile dirlo, invece sono le donne.
«Ed in questi giorni, dopo il tragico caso di Giulia Cecchettin, ovviamente, lo sconcerto è ancora più forte. Però una cosa mi sembra importante dirla: la consapevolezza da parte di tutti sta crescendo. E quella che percepiamo non è quindi solo una comprensibile reazione emotiva, ma una presa di coscienza sempre più condivisa».
A sottolinearlo è il questore di Parma, Maurizio Di Domenico, che proprio nell'occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne fa il punto sulla situazione nella nostra provincia. E ricorda gli strumenti a disposizione di chi, proprio della lotta a quella violenza, ha fatto una missione.
«Le donne rispetto al passato, ovviamente, denunciano e chiedono aiuto maggiormente e questo ci dà la possibilità di intervenire – prosegue il questore –. Ma il nostro impegno è quello di operare anche senza richieste dirette. A volte ci basiamo per contrastare la violenza di genere su reati che, in qualche modo, rappresentano una sentinella, un segnale d'allarme». È il caso di ripetuti accessi al pronto soccorso che, anche in assenza di una denuncia da parte della vittima, possono fare supporre che ci siano problemi, dinamiche pericolose. Che un seme di violenza stia attecchendo.
«E in questi casi possiamo ricorrere, per esempio, all'istituto dell'ammonimento del questore: il soggetto viene convocato e scatta una sorta di richiamo oltre al protocollo Zeus». Il nome non sia frainteso: non c'è nulla di mitologico, ma piuttosto un percorso con un team di professionisti che mira a rieducare gli uomini. Ad insegnare loro a dominare la violenza. «E questo metodo funziona: in quasi il 90% dei casi si ottengono risultati importanti».
Nel caso non basti, nel caso lo stalking, le minacce, l'atteggiamento persecutorio proseguano, ci sono anche misure più impattanti e si può arrivare all'allontanamento dal domicilio, al divieto di avvicinamento. Nei casi più preoccupanti all'arresto. E purtroppo di situazioni gravi ce ne sono troppe.
«Nel 2023, nella provincia di Parma, abbiamo operato su 172 casi di maltrattamenti in famiglia, di cui 71 solo in città – continua il questore –. Gli atti persecutori sono stati 81, le violenze sessuali 53 e due i casi di revenge porn». Sono cifre allarmanti, ma una sola circostanza le rende meno amare: «Sono tutti numeri in calo; rispetto agli anni precedenti si evidenzia una decisa flessione».
Una diminuzione sempre insufficiente, che pur nel giorno del dolore fa ben sperare e che porta a credere che che sia veramente ormai patrimonio di tutti quello che ora si sente ripetere: «Adesso basta. Questi strazi devono finire».
Luca Pelagatti