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Codice rosso «bis» in vigore da oggi: pene più dure e vittime più tutelate
Troppo rosso-sangue l'allarme creato da femminicidi e violenza di genere, per non far sembrare sbiadito il Codice (dello stesso colore) varato ad hoc nel luglio del 2019. Si cerca di correre ai ripari, e da oggi entra in vigore la legge 168/2023 approvata all’unanimità dai due rami del Parlamento, che mette a disposizione delle forze di polizia e della magistratura strumenti in più per il contrasto della violenza di genere. E' il cosiddetto Codice rosso rafforzato.
Innanzitutto, cresce il ricorso all’ammonimento del Questore che permette di procedere d'ufficio (e di inasprire le pene per le violazioni dei provvedimenti di protezione contro gli abusi familiari) nel caso che «l'uomo avvisato» non si ravveda. Si prevede un uso sempre più ampio del braccialetto elettronico, che ora diventa obbligatorio in certe condizioni (ce ne saranno a sufficienza?): chi proverà a manometterlo finirà in cella. Come un prezioso «salvavita» appare il potere ora conferito al pm di disporre, nei casi urgenti, l’allontanamento dalla casa familiare e dai luoghi frequentati dalla parte offesa.
Altra novità importante è l'introduzione dell’arresto in flagranza differita (come nelle indagini sulle «battaglie da stadio») per alcuni reati di violenza domestica, entro le 48 ore dal fatto contestato sulla base di documentazione video-fotografica o di altri dispositivi informatici. Aumentano inoltre i casi nei quali si può richiedere la custodia cautelare in carcere e vengono fissati termini brevi per la richiesta e l’adozione delle misure cautelari da parte del pm e del giudice, mentre sono estesi i casi di trattazione dei processi con priorità assoluta.
Infine, il legislatore si è concentrato su una lacuna che ha avuto conseguenze tragiche in alcuni casi, relativa alla sospensione condizionale della pena concessa a chi si iscriveva a percorsi di recupero per maltrattanti. Ora, perché la condizionale sia concessa, non basta iscriversi: i corsi devono essere superati con esito positivo. Inoltre, l'autorità di pubblica sicurezza deve essere avvisata, quando la misura cautelare viene sospesa per la condizionale, perché si possa valutare se chiedere misure di prevenzione. E avvisato della situazione dell'indagato/imputato può essere anche chi denuncia, per sapere se è stato scarcerato, se si è conclusa la sua custodia cautelare o se sia evaso
Si è anche posto rimedio a una contraddizione legata al 387 bis, l'articolo relativo alla violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare o di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Dal settembre 2021 per questo reato era obbligatorio l'arresto in flagranza. Peccato però che poi non si potesse chiedere la convalida, essendo la pena prevista troppo bassa per ottenere la custodia cautelare. Ora il 387 bis (per il quale la pena massima cresce fino a tre anni e mezzo) rientra nella casistica delle eccezioni per le quali all'obbligatorio arresto in flagranza, o in flagranza differita, può corrispondere la richiesta di convalida da parte della Procura.
All'entrata di vigore delle novità corrisponde un aumento esponenziale dei compiti e degli impegni per autorità giudiziaria e forze di polizia. L'applicazione delle norme è richiesta «a costo zero», come sottolineato dalla clausola di invarianza finanziaria della legge. «E questo in una fase in cui - tra pensionamenti e trasferimenti vari - gli Uffici giudiziari sempre più si spopolano, soprattutto di personale amministrativo» commenta Alfonso D'Avino, che non nasconde una certa preoccupazione al proposito. «Ma in considerazione degli obiettivi che la legge vuole perseguire, ovvero il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica - sottolinea il procuratore - non sarà certo l’Autorità giudiziaria a tirarsi indietro. Al contrario, come Procura della Repubblica di Parma, siamo pronti (con la necessaria collaborazione delle forze di polizia) a moltiplicare gli sforzi, grazie ad alcuni provvedimenti organizzativi già adottati (e alcuni da adottare), per fronteggiare al meglio questa emergenza, che anche nel nostro territorio si manifesta in tutta la sua drammaticità».
Roberto Longoni