Terrore in Australia

Ragazzo attaccato dallo squalo. Il papà Michele Mariotti de «El Bajon»: «Ha avuto molto coraggio».

Mara Varoli

«Venerdì pomeriggio quando ho ricevuto il messaggio dell'amico di mio figlio, Tommaso, ero in casa con i parenti, perché il giorno prima è venuto a mancare mio padre Giovanni - spiega Michele Mariotti, papà di Matteo e noto in città per essere l'anima del «El Bajon» di via Dalmazia -. Nel messaggio c'era scritto: "Incidente in acqua. Matteo è vivo. Chiamami". Era intorno alle 17. Tommaso è stato un angelo. Gli ho telefonato e mi ha raccontato cosa è accaduto».

Non si può immaginare, cosa papà Michele ha provato in quel momento, nell'impotenza di raggiungere il figlio a oltre 15 ore di volo.

«Quel grosso squalo ha attaccato mio figlio per ben tre volte, con quella bocca gigantesca - spiega Michele -. E quando Matteo è arrivato all'ospedale è stato subito operato: gli hanno amputato la gamba. Così grazie al mio amico Luciano Rosati di Monchio sono riuscito a contattare i medici a Brisbane. In questi giorni dovranno procedere con una seconda operazione. E io sto aspettando di partire per poter riabbracciare Matteo e stargli vicino. È vivo per miracolo, perché quello squalo dopo aver preso la sua gamba lo ha trascinato fino al largo per portarlo in mare aperto e dove mio figlio non sarebbe più riuscito a liberarsi».

Matteo è partito per l'Australia il 17 novembre dell'anno scorso.

Dopo aver frequentato l'istituto alberghiero a Castelnuovo Monti, ha scelto di fare un'esperienza di studio e lavoro dall'altra parte del mondo: certo, per imparare l'inglese, ma anche per iscriversi all'Università e diventare biologo marino.

«Mio figlio oltre ad essere un grande sportivo, è appassionato di paesaggi selvaggi -prosegue papà Michele -. A giugno di quest'anno è tornato a Parma ed è ripartito il 25 settembre scorso. In Australia per rinnovare il permesso di soggiorno devi lavorare per un lungo periodo, circa 88 giorni, in una farm. E Matteo aveva lavorato in un'azienda agricola per la coltivazione della canna da zucchero e dell'anguria. E in questi giorni con Tommaso si è preso un periodo di vacanza: prima ha visitato le spiagge bianche, per poi a tappe scendere fino a Gold Coast, dove si sarebbe fermato per altri quattro mesi, alla ricerca di un nuovo lavoro. Il suo obiettivo è quello di poter studiare gli animali e l'ambiente. È sempre stato un amante della natura e lo si capisce già con gli sport praticati, a cominciare dall'arrampicata, dal motocross e dal kite surf. Un grande sportivo, con un coraggio da leoni, così come ha dimostrato lottando contro lo squalo». Un «guerriero» di soli 20 anni, che ha avuto la sfortuna di trovarsi davanti una «bestia» del genere: «Le probabilità di essere aggrediti da uno squalo sono una su quattro milioni. E a mio figlio è capitato - non si capacita Michele -. E pensare che io ho fatto immersioni in tutto il mondo e spesso ho nuotato in mezzo agli squali, ma non mi è mai successo nulla. Evidentemente lo squalo ha una percezione diversa se vede l'uomo sott'acqua. Forse, anche la muta e le bombole fanno la differenza. In Australia, in questa stagione si raccomandano di non fare il bagno in certi orari, alla mattina presto e alla sera, ma erano le 16,30: infatti, Matteo non era solo in acqua. Però è vivo - conclude papà Michele - e questo è quello che conta».

M.V.