PATTEGGIAMENTO

Anni di violenze, poi tenta di colpire la moglie e i figli piccoli con un ramo

Georgia Azzali

Avevano dovuto imparare in fretta a cogliere i segnali. Il tono di voce che cominciava ad alzarsi, lo sguardo carico d'odio e poi quel corpo che si avvicinava minaccioso. Erano ancora piccolissimi, uno di loro non era neppure nato, quando per la prima volta avevano visto la madre paralizzata dalla paura. E quel padre che la insultava e la colpiva con schiaffi e pugni. A 7, 10 e 13 anni, alla fine di agosto dello scorso anno, l'avevano visto avvicinarsi con un pezzo di ramo di una pianta per tentare di colpirli. Quarantenne, indiano, era stato arrestato in flagranza, poi il racconto della moglie aveva aggiunto altro dolore. Quasi dieci anni di sopraffazione, ma nel 2022 la situazione era diventata esplosiva. E ieri l'uomo, che nel frattempo è tornato libero (seppure con dei vincoli), ha patteggiato 2 anni per maltrattamenti davanti al gup Sara Micucci.

Autoritario fin dai primi tempi del matrimonio, ma nell'ultimo anno l'alcol era diventato la sua dannazione. E tutti i fine settimana erano un incubo per la famiglia. Sonia (la chiameremo così) era la «maledetta», la moglie «sporca» che l'aveva tradito con una lunga lista di uomini che si era costruito nella sua testa per mortificarla. Insulti, schiaffi e pugni per umiliarla anche davanti ai bambini. Loro che, seppure così piccoli, dovevano spesso intervenire per cercare di fare scudo alla mamma.

Tentavano di farsi forza insieme, anche il 20 agosto 2022, Sonia e i figli, quando lui aveva terrorizzato i bambini ordinando di andare a letto. Lei gli si era avvicinata per tentare di calmarlo, ma la reazione era stata ancora più violenta. Aveva tentato di colpirla e Sonia si era barricata in camera con i figli. Così, pugni e calci erano finiti contro la porta, finché si era scardinata. Ma poi, fortunatamente, aveva deciso di uscire di casa.

Sette giorni di freddezza, e quiete apparente, poi nel fine settimana il solito copione di violenza. Quel sabato, però, era così ubriaco da far fatica a reggersi in piedi: Sonia aveva insistito, era arrivata a supplicarlo per convincerlo di rimanere a casa, ma lui le aveva sferrato un pugno sul mento. Nemmeno le parole e il pianto della figlia più grande, 13 anni appena, l'avevano fatto vacillare: anche lei era stata schiaffeggiata. «Questi non sono i miei figli, siete dei bastardi maledetti», aveva urlato prima di sbattere la porta alle sue spalle.

Così aggressivo gli era parso quel pomeriggio, che Sonia aveva deciso di seguirlo, portando con sé i figli, che altrimenti sarebbero rimasti soli in casa. Avevano fatto pochi passi, fino a un bar dell'Oltretorrente. Ma gli sguardi dei clienti e dei passanti non l'avevano placato. Anzi, era diventato furioso: davanti al locale continuava a inveire contro Sonia e, dopo aver raccolto da terra un pezzo di ramo caduto, si era avvicinato a lei e ai figli tentando di colpirli. L'avevano bloccato i poliziotti, arrivati dopo l'allarme lanciato da chi si era trovato improvvisamente lì. Davanti ai volti terrorizzati di Sonia e dei suoi bambini.

Georgia Azzali