INTERVISTA

L'assessore Brianti: «Ecco come cambia il ruolo dei servizi sociali per gestire i nuovi bisogni»

Luca Molinari

Parlare di rivoluzione è un azzardo, ma non mancano certo i cambiamenti nel campo dei servizi sociali, pensati soprattutto per venire incontro ai bisogni emergenti della società. Ettore Brianti, assessore alle Politiche sociali, fa il punto su progetti, cantieri e nuovi servizi portati avanti in questi mesi.

Proprio un anno fa è partito il percorso del «Patto sociale». Cosa è stato fatto finora?

Il Patto sociale è un patto partecipato tra Comune, Università, aziende sanitarie, rappresentanti del terzo settore, sindacati, mondo associativo e economico di Parma per affrontare in modo innovativo ed efficace i bisogni sociali. Le cinque aree di lavoro, composte da 120 persone impegnate a vario titolo nel sociale, hanno predisposto una serie di protocolli operativi per rispondere a una serie di bisogni e problematiche che vanno dalle fragilità agli anziani, dalle disabilità alle dimissioni difficili, fino ad arrivare alle nuove case della comunità».

Come si sta traducendo nel concreto l'impegno per le disabilità?

«È un'area su cui abbiamo investito molto. É stata creata una sezione ad hoc nel settore del sociale, per definire una serie di politiche attive in piena autonomia e con concretezza. Ad esempio, sono state realizzate molteplici azioni a sostegno delle famiglie, dando vita anche a una scuola di formazione per l'autonomia domestica. Grazie ai fondi Pnrr (2 milioni di euro) verranno realizzati, entro marzo 2026 una serie di spazi a «Il portico» (via Quarta) per l'autonomia domestica di alcuni ragazzi con disabilità. Abbiamo inoltre finanziato numerosi progetti di inserimento lavorativo e riservato grande attenzione all'autismo».

Ci sono progetti per migliorare l'accessibilità?

«Abbiamo ricevuto un finanziamento regionale per realizzare un progetto per eliminare le barriere architettoniche sia a livello fisico, ma anche di vivibilità nel suo complesso».

Come viene tutelata la famiglia?

«Abbiamo sviluppato più progetti per dare sostegno a neo genitori, ma soprattutto sostenerli nel percorso di crescita dei figli, soprattutto per dare risposta alle situazioni più complesse».

Una delle voci più importanti del sociale sono gli anziani. Che progetti metterete in campo?

«Uno dei progetti più importanti riguarda i percorsi di presa in carico delle persone dimesse dall'ospedale, che si incrocia strettamente con l'utilizzo di nuove tecnologie. É previsto un investimento di quasi 400mila euro in tre anni per dotare di tele assistenza oltre cento alloggi dove ospitare persone fragili e sole prese in carico dai servizi domiciliari. L'intento è quello di rendere il domicilio, quando possibile, un luogo di cura. Per venire incontro alle nuove esigenze della società stiamo lavorando anche sui centri diurni, dove allungheremo i tempi di permanenza anche fino alle 21. Ci sarà anche una mappatura delle fragilità, per rispondere al meglio ai bisogni ed evitare ricoveri in strutture per anziani. Partiremo dalla casa della salute Lubiana-San Lazzaro. Quanto al fondo per la non autosufficienza il Comune di Parma riceverà 23 milioni di euro a cui aggiungeremo altri 8 milioni per le politiche dell'area anziani e disabili. Si tratta di un dato economico importante che testimonia il nostro impegno».

Un'altra novità si chiama «co-housing». Cosa significa?

«Abbiamo in programma molteplici progetti per rispondere alla domanda di alloggi sia per quanto riguarda gli anziani che i giovani, a partire dagli studenti universitari. Sull'ex Romanini Stuard c'è un progetto finanziato per 2 milioni di euro dai fondi Pnrr che prevede la realizzazione di 100 alloggi con tele assistenza, mentre la Cra sarà trasformata in co-housing. La stessa cosa avverrà nel progetto che stiamo sviluppando nell'area dell'ex XXV Aprile, dove conviveranno generazioni diverse, offrendo spazi per studenti, giovani coppie e anziani».

Emergenza abitativa. Cosa state facendo per rispondere a questo problema?

«Abbiamo dato vita a un piano da oltre 5,5 milioni di euro finanziato da Comune, Acer, Fondazione Cariparma e Regione per recuperare 385 alloggi sfitti e bisognosi di lavori. Sono oltre trecento quelli che abbiamo già recuperato e che stiamo assegnando. I restanti saranno destinati a progetti di inclusione e convivenza intergenerazionale. Abbiamo inoltre cambiato il regolamento per accedere agli alloggi: nelle graduatorie abbiamo inserito gli under 36 e aumentato i punti per famiglie con bambini. c'è anche la proposta, per gli anziani che vivono soli in appartamenti di ampia metratura, di accogliere studenti universitari, promuovendo la convivenza tra generazioni».

Un'altra emergenza è la povertà. Qual è il vostro impegno?

«Tenendo conto dell'impoverimento del ceto medio, abbiamo stanziato 680mila euro per offrire sostegni concreti. Ci siamo impegnati anche a esaurire la graduatoria per calmierare gli affitti, ma c'è grande preoccupazione perché pare che a livello nazionale non sarà più finanziato il fondo affitti. Siamo inoltre al fianco di Caritas e Emporio per dare risposta alle fragilità. È stata attivata anche una unità di strada che si occupa delle emergenze che vengono segnalate, tra cui quella del Ponte Nord. Abbiamo anche aperto il dormitorio del Cornocchio per l'emergenza freddo, aggiungendo 24 posti letto per rispondere ai bisogni crescenti».

Il carcere è parte della città. Quali sono le attività che state promuovendo?

«Il Comune ha nominato come garante Veronica Valenti e si sta investendo tanto a livello sociale, sanitario e di volontariato».

Luca Molinari