lettere al direttore
Nessuno salverà i palestinesi
Signor direttore,
il massacro a Gaza continua, ormai ci avviamo verso le 20.000 vittime, e non sembra esserci nessuna via di scampo per la disgraziata popolazione palestinese.
Nei talk show sento spesso questa domanda: Come avrebbe dovuto reagire Israele alla strage del sette ottobre? Stranamente non ho ancora sentito la risposta piu’ ovvia.
Avrebbe dovuto cercare di identificare mandanti ed esecutori, arrestarli, processarli, se colpevoli condannarli e fargli scontare la giusta pena. Questo ci si aspetta da una Nazione che si definisce civile.
Netanyhau ed i suoi sostenitori estremisti invece hanno preferito la barbara vendetta, una cieca rappresaglia che tanto ricorda le stragi nazifasciste delle Fosse Ardeatine, di Marzabotto, Sant'Anna di Stazema e tutte le altre in cui si è deliberatamente scelto di uccidere uomini innocenti, donne e bambini, per «dare una lezione esemplare»; e poco importa se invece del plotone di esecuzione si sono utilizzate le bombe ed i missili, il risultato non cambia.
L’attacco subito da Israele ha messo in difficoltà Netanyhau, demolendo tutta la sua narrazione sulla sicurezza dello Stato ebraico e la sua politica di rimozione del problema palestinese, tuttavia gli ha fornito una splendida occasione per arrivare alla «soluzione finale»: radere al suolo Gaza, rendere invivibile la Cisgiordania ai palestinesi, espandere le colonie ed espellere di fatto la popolazione araba da Israele.
A questo punto lui si presenterà al popolo come l’angelo vendicatore, colui che ha sconfitto le orde islamiche lottando contro il mondo intero, ed i suoi messianici ministri potranno affermare di avere purificato la culla dell’ebraismo dagli infedeli.
Netanyhau non può arretrare, ne va della sua sopravvivenza politica, e dalla sua parte ha Biden, un triste vecchietto il cui passatempo pare sia spedire armi in giro per tutto il mondo.
Nonno Joe si stà esibendo in un tragico numero da equilibrista: da una parte se vuole la rielezione non può inimicarsi la potentissima lobby ebraica, ma neppure può far finta di non vedere la mattanza in corso, le vittime innocenti, gli indiscriminati bombardamenti di ospedali, ambulanze, scuole, chiese e moschee, ed ignorare lo sdegno mondiale che crea questo macello.
Il poveretto è dilaniato dai sondaggi, e nel dubbio cerca di salvare capra e cavoli; nei giorni pari lancia duri ammonimenti agli Israeliani intimandogli di cessare la mattanza, in quelli dispari li rifornisce di armi e munizioni affinché ne abbiano a sufficienza per continuarla. Un esempio di ipocrisia più unico che raro.
La domanda mi sorge spontanea: perché non si riesce a fermare questa follia? Perché la sete di potere di un pugno di uomini può causare impunemente stragi di queste dimensioni?
E l’Europa? Non pervenuta, assente, incapace di imporsi, troppo impegnata ad offrire caffè ad Orban, discutere di patto di stabilità, Mes, green deal e amenità varie, per interessarsi alla vita di migliaia di persone.
Pietosamente non infieriamo sull’Italia: mentre le bombe fanno strage da noi il dibattito si concentra sulle intemperanze di Sgarbi, i guai finanziari della Santanchè, e le imprese ferroviarie di Lollobrigida.
E per dirla tutta neppure i Paesi arabi si stanno sprecando più di tanto. I loro leader alzano un po’ la voce giusto per accontentare l’opinione pubblica, ma neppure loro attuano, per esempio un embargo commerciale o petrolifero ad Israele; si sa, gli affari sono affari.
Insomma, di questo passo i poveri Palestinesi possono solo sperare nell’aiuto di Dio, qualunque esso sia, se attendono di essere salvati dall’intervento internazionale di loro rimarrà forse solo il ricordo.
Parma, 17 dicembre