La Gazza ladra
Mauro Coruzzi a Selvaggia Lucarelli: «Con Matteo Mariotti hai sbagliato»
A Selvaggia Lucarelli. Cara, anzi, carissima Selvaggia, ti conosco da troppo tempo per avere dubbi su cosa ti fa muovere quando ti affacci al balcone e ne hai per qualcuno, tu che non temi nessuno mentre tutti o quasi temono te… E’ come nella canzone di Mina «Ti amo poi ti odio poi ti amo»: come si fa a non amare la tua perforante perfidia, tu che sei permalosa che anche un’osservazione minima sul tuo praticato cattivo gusto nel vestire ti fa saltare i nervi e smetti di parlare con le persone (con me lo hai fatto per due anni, per via che non avevo trovato proprio bellissimo il tuo abito da sposa, sai che offesa…) o quando, ai tempi del mio «Ballando con le stelle» “frustavi” Asia Argento in modo sistematico (forse non era l’emula dell’Abbagnato ma soprattutto è stata la compagna di Morgan, o vuoi dirmi che non c’entra affatto lo smacco preso proprio da lui…) e ora, Titanic contro le “ingiustizie”, ci avveleni col tuo dubitare di come verranno utilizzati i fondi che gli amici di Matteo Mariotti stanno raccogliendo, anzi rincari la dose e torni a chiedere chiarezza, facendo leva sul fatto che ci sono 30.000 amputati all’anno in Italia e che c’è una sanità pubblica che se ne dovrebbe occupare in egual misura per tutti…
E tu mi metti lì a volere gli “scontrini” su come verranno utilizzati i denari derivanti da una raccolta volontaria, dove non si usano soldi pubblici, ma versamenti di singoli che vogliono dare una mano ad un ragazzo e ad una famiglia che magari di spese ne ha un po’ più delle tue e che ha avuto un problema serio dall’altra parte del globo? Non sono affari tuoi, lo capisci o no? Hai demolito la Ferragni e, che se lo meritasse o no, è solo colpa sua, ma non sei un Giudice su tutto lo scibile possibile e, come fai spesso, non ti ergere a tale, perché “canni”, anche tu. Ci siamo conosciuti oltre 20 anni fa, eravamo all’Isola dei Famosi, in studio, a parlare e sparlare dell’uno e dell’altro, e io, che guardo la vita degli altri non avendone una mia (se non quella pubblica e resa tale solo alle mie condizioni e m’industrio per mantenerla privata, anzi privatissima), notai da subito un tuo interesse per il figlio di Pappalardo, allora concorrente del reality, così come notai che pur essendo da poco sbocciata come “blogger”, non tenevi granché ai pareri che t’arrivavano via Pc: io sono una vecchia ciabatta ma non rinsecchita, ma tu sei una sempre più morbida pantofola dalle sortite “civili”, che, in questo caso, non servono altro che a generare sollevamento di polveri e non da sparo…Teneramente tuo, Mauro Coruzzi