IL CASO

Panthers, gli scudettati senza un campo

Gian Luca Zurlini

I Panthers Parma sono la società che negli ultimi anni, a livello di sport di squadra, ha tenuto maggiormente alto l'onore della nostra città, dove purtroppo sono spariti dai radar dei campionati maggiori ormai da tempo la pallavolo maschile e femminile e il basket femminile. Ma, per paradosso, non hanno una loro «casa» garantita, visto che lo stadio Lanfranchi, sede naturale, è di proprietà comunale, ma assegnato in gestione alla Federazione italiana rugby che ne ha fatto il centro federale per le squadre giovanili e femminili, oltre che la «casa» delle Zebre. E così, di fatto, accade che quello che, in teoria, dovrebbe essere il loro terreno di gioco ufficiale, è in realtà a disposizione solo se non ci sono altri eventi in calendario o lavori in corso. La società, è bene precisarlo, non ha mai fatto polemica, ma il caso esiste.

Campioni senza campo?

Infatti nel 2023 i Panthers hanno trionfato nell'Italian Super Bowl, disputato eccezionalmente negli Stati Uniti, battendo i Guelfi di Firenze. Ma, delle 5 partite del loro campionato, soltanto tre le hanno giocate al Lanfranchi.

Per le ultime due, fra cui la semifinale scudetto, hanno ottenuto ospitalità prima sul campo del Colorno rugby e poi, per la semifinale, hanno avuto la disponibilità del Tardini. Ma questo soltanto perché il Parma era stato eliminato dai play-off della B e quindi la sua stagione si era già conclusa. Altrimenti la soluzione sarebbe stata quella di dover giocare fuori città (forse addirittura in provincia di Reggio Emilia), la partita più importante della stagione prima dell'Italian Super Bowl. Una situazione che rischia di ripetersi anche nel 2024.

Società strutturata

I Panthers, fortunatamente, da qualche anno, grazie a un positivo accordo con il Comune di Parma, hanno ottenuto in gestione un proprio campo di allenamento «esclusivo», che si trova a Moletolo, dove in precedenza c'era il «poligono» per il tiro con l'arco. E questo consente alla società di sviluppare anche un'intensa attività giovanile, testimoniata dalle due finali-scudetto raggiunte con le squadre Under 15 e Under 18 disputate sabato con quest'ultima formazione che ha vinto il titolo. Ma per la prossima stagione, in cui i Panthers si presentano ancora come formazione tra le più accreditate del campionato, è probabile che ancora una volta non riescano a disputare tutti i propri incontri casalinghi al «Lanfranchi» come avveniva fino ad alcuni anni fa. E questo perché, nonostante il Comune abbia, nell'accordo con la Fir, mantenuto la possibilità di disporre dello stadio per alcuni giorni nel corso dell'anno, rimane sul piatto la priorità che comunque la Fir mantiene. Senza contare il fatto che, al termine della stagione rugbistica (che non coincide esattamente con quella del football americano), il terreno di gioco, in erba, viene sottoposto a manutenzione e quindi non ci si può giocare. Che è, appunto, quanto avvenuto nel 2023 per le ultime due partite interne.

Evitare la «migrazione»

Negli anni scorsi i Panthers avevano dovuto emigrare addirittura nel Reggiano, a Scandiano, per poter disputare i propri incontri. Va sottolineato che la società fondata nel 1981 ha vinto, dal 2010 al 2023, ben sei scudetti, conquistando anche titoli e piazzamenti nei campionati giovanili. Dopo un lungo periodo di presidenza di Ivano Tira è ora guidata da qualche anno da Ugo Bonvicini, ex giocatore proprio dei Panthers e che ha impostato con i suoi collaboratori un'attività di ottimo livello. Sarebbe quindi auspicabile che in questo 2024 i Panthers potessero riuscire a giocare tutti i propri incontri casalinghi al «Lanfranchi». Anche perché sarebbe un paradosso che una società scudettata non riuscisse a giocare in un impianto della propria città.

Gian Luca Zurlini