DIFFAMAZIONE
Insulti razzisti via social: «Ma come vi vestite? Vi userei come mocio»
Abiti secondo la tradizione. Tunisina, perché la famiglia da lì proviene. Avevano scelto di vestirsi così per festeggiare i 18 anni della figlia al ristorante. Ma a qualcuno quello stile non è piaciuto. Non una semplice - e legittima - questione di gusto, però. Perché mentre marito e moglie stavano per entrare nel locale sono stati ripresi con il telefonino. E poco dopo quel filmato è finito sui social con tanto di commento: «Siamo in Italia e loro stanno così, capito?, con quella pataglia di m.... Ma andate a ca...». E se qualcuno non avesse capito il senso della frase, nella parte alta del profilo comparivano queste altre parole di grande eleganza: «Vi userei come mocio Vileda per pulire per terra».
L'autrice? Una giovane parmigiana, 25 anni compiuti lo scorso ottobre, che quel giorno d'agosto del 2021 si trovava vicino al ristorante e aveva pensato bene non solo di riprendere la famigliola mentre stava per entrare nel locale, ma soprattutto di caricare le immagini con insulti allegati sul suo profilo Instagram. Denunciata, ieri è finita davanti al giudice con l'accusa di diffamazione aggravata (proprio perché le offese sono state diffuse da un social network) e ha patteggiato: 2 mesi e 20 giorni, con la concessione della pena sospesa.
Era stata un'amica della figlia dei due tunisini a scorgere il video. Pur essendo ripresi di spalle, marito e moglie erano riconoscibili, considerando anche il fatto che vivono in un piccolo paese della provincia. E certamente erano stati individuati da molti dei 740 follower della ragazza.
Quel 7 agosto i genitori erano andati a cena con i quattro figli e un gruppo di amici: una serata in compagnia per il compleanno della ragazza. Si erano accorti di quel telefonino pronto a riprendere il loro ingresso al ristorante, ma soprattutto avevano udito anche alcuni insulti. In quel momento, però, c'era altro a cui pensare: una festa da condividere con la famiglia e le persone care. E nemmeno dopo i genitori avrebbero avuto intenzione di fare denuncia. Ma quelle immagini caricate subito sui social e la consapevolezza che tanti avrebbero visto (e commentato) li avevano convinti a farsi avanti. E c'era anche un ricordo prezioso da preservare. Una giornata che doveva rimanere speciale.
G.Az.