REUNION

Noceto, la «storia» del rugby a tavola per omaggiare Peter Lewis

Pietro Furlotti

Noceto Tutto è nato per salutare Peter Lewis, unico neozelandese al mondo a parlare il dialetto nocetano con l’inflessione inglese, prima del suo ritorno in Australia. Ma quando si tratta di amici che tornano in paese e poi ripartono, di cene in compagnia e soprattutto di rugby, il passaparola diventa come una valanga in grado di travolgere la club house del rugby Noceto facendole registrare un tutto esaurito che non si vedeva da tempo. Organizzatore dell’evento, il “più buono” di tutti; Massimo Giovanelli da Noceto, 60 presenze in nazionale, 37 da capitano, e il nome scritto nella Twickenham Wall of Fame, l’elenco dei rugbisti celebri impressi nello storico stadio di Londra. «È stata una sorpresa – ha commentato “il Giova” – non ci saremmo mai aspettati tanta gente. Si respira un’atmosfera famigliare, è come se non ci fossimo mai lasciati anche se, con molti, non ci si vede da anni; è la magia del rugby che si trasmette fuori dal campo. Sull’erba c’è la battaglia e non basta un semplice compagno di squadra, servono fratelli, amici veri coi quali condividere uno spirito di appartenenza che si insinua tra le pieghe della maglietta infangata e non ti lascia mai più. Ecco il segreto di momenti come questo».

Alla cena, aperta dalle parole del presidente Enrico Petriccioli che ha garantito un cambio di marcia della società proiettata verso il futuro, hanno presenziato rugbisti nocetani di tutte le generazioni che hanno snocciolato aneddoti divertenti, emozionanti, toccanti, semplicemente indimenticabili. All’inizio degli anni Settanta, quando tutto era politica, la Polisportiva si unì alla Fiamma e da lì nacque la Rugby Noceto: qualcuno ha ricordato gli albori di “ovalia” in salsa nocetana, altri gli acquitrini gelidi in cui ci si azzuffava nei pomeriggi di gennaio.

Poi la partita vinta contro l’Aquila all’esordio nel Campionato di A1, l’Odissea di un noto giocatore “dimenticato” in un autogrill di Genova quando cellulari e internet erano fantascienza e molto altro a caratterizzare una serata che si è presentata come la prima di una lunga serie.

Pietro Furlotti