Axiom-3
Barilla, missione pasta nello spazio: pronti al lancio
Sarà la pasta più leggera di sempre. E non perché condita con olio extravergine, ma perché da mangiare dove tutto perde peso e si fa della materia dei sogni, nella Stazione orbitale che per una volta all'idea del laboratorio più avanzato ed estremo dell'homo sapiens (oltre che sospeso lembo di convivenza sempre più rara tra i confini dell'homo belligerans) assocerà anche quella di casa. Almeno per Walter Villadei sarà così: il pilota di Ax-3 Voluntas (questo il nome italiano della missione) con sé porterà il tricolore e tre chili di fusilli Barilla da consumare osservando il pianeta azzurro da centinaia di chilometri di altezza e assaporando il grano che vi cresce sopra dorato dal sole. È la sintesi del progetto Italian Space Food, capitolo alimentare delle sperimentazioni dedicate alla comprensione della fisiologia umana previste dalla missione, con studi sul sistema cardiovascolare, sull'aggregazione delle proteine beta amiloide implicate nelle malattie neurodegenerative, sulla fertilità femminile, sullo stress ossidativo... A bordo dell'Iss, tra l'altro, verrà anche testato il software italiano progettato per scongiurare l'impatto tra satelliti e detriti spaziali.
La scorta di pasta è per le due settimane in orbita ed è sufficiente per invitare alla tavola delle emozioni domestico-spaziali il comandante ispano-americano Michael Lopez-Alegria, lo svedese Marcus Wandt e il turco Alper Gezeravci che mercoledì sera alle 23,11 italiane decolleranno da Cape Canaveral con il colonnello dell'Aeronautica militare per il loro balzo oltre l'atmosfera sulla navicella Crew Dragon. Una missione - la prima che coinvolga direttamente nella gestione delle Low Earth Orbit anche industrie e soggetti privati nazionali - strategica per l'Italia, come sottolineato da Giorgia Meloni. La premier si è detta molto orgogliosa del progetto, che coniuga «la nostra tradizione con l'innovazione» e ha definito Villadei «ambasciatore della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell'umanità». Al Kennedy Space Center mercoledì è inoltre prevista la presenza di tre ministri: oltre a Francesco Lollobrigida (Sovranità alimentare e Agricoltura), Aldolfo Urso (Made in Italy) e Guido Crosetto (Difesa).
C'è molta Italia, in questo tuffo nello spazio che avviene 60 anni dopo la missione San Marco, grazie alla quale il nostro è stato il terzo Paese al mondo a liberarsi dai vincoli della gravità. E c'è molta Emilia-Romagna. Oltre alla Barilla, a Ax-3 partecipano la Dallara e l'imolese Gvm Assistance specializzata in servizi innovativi di sanità digitale e la Spacewear di Carpi, che ha messo a punto una tuta interattiva per monitorare la salute degli astronauti. È appena di là dagli Appennini, invece, la lucchese Mental Economy (specializzata in allenamento mentale con il supporto di Pwc Italia) a sua volta nella squadra spaziale.
I fusilli, viti senza fine... Già il formato è evocativo per chi si prefigge di andare oltre. Fino a dove, nemmeno Cristina Gallina l'avrebbe immaginato, prima che il progetto decollasse. Direttrice del Global Discovery Center della Barilla, la tecnologa alimentare ha per obiettivo tracciare le rotte che permettano al buon gusto di casa di mantenersi anche in condizioni estreme. «E più estreme di così... - dice lei, senza nascondere l'emozione, in partenza per Cape Canaveral, dove assisterà al lancio -. Questo per noi più che un traguardo è un punto di partenza comunque all'interno di un progetto di ricerca continuo. La domanda essenziale è su come cambi la percezione della pasta consumata in microgravità. Lassù, sono i sensi a mutare. In ballo oltre agli aspetti nutrizionali e sensoriali ci sono impressioni, stati d'animo, il gusto della condivisione...».
Parma non entrerà nella capsula solo in punta di forchetta. Sull'Iss si testeranno i tessuti progettati dalla Dallara per proteggere dai danni dei raggi gamma donne e uomini non più schermati dall'atmosfera. Un cambio di settore che stupisce ma non troppo. «La nostra azienda è orgogliosa di far parte di questo grande progetto sia per esplorare l'intersezione tra tecnologia all'avanguardia e il potenziale illimitato dell'aerospazio, sia per sfruttare questa opportunità per sviluppare tecnologie fondamentali per il progresso - spiega Gianmarco Beltrami, direttore marketing e comunicazione dell'azienda di Varano Melegari, a sua volta in prima fila a Cape Canaveral -. Ci preoccupiamo da sempre della sicurezza dei nostri piloti? Intendiamo fare lo stesso con gli astronauti. Scopo di questa missione per noi è sperimentare i materiali compositi e polimerici da indossare e da usare per “coibentare” le navicelle». Una presenza, quella della Dallara, ormai costante sulla rampa di lancio dei voli spaziali, con la collaborazione con Space X di Elon Musk alla progettazione e alla realizzazione di alcune parti della stessa Crew Dragon.
Mentre per la Barilla (e per la pasta in assoluto) siamo alla prima spaziale, e dopo i fusilli si può già immaginare la stesura di un nutrito menu. «Siamo partiti da un prodotto di qualità e siamo riusciti a rispondere a tutti i requisiti necessari per mandare in orbita la nostra pasta - prosegue Cristina Gallina -. Tenendo conto delle esigenze della stazione Iss, ci siamo concentrati soprattutto sulla forma e sullo spessore dei fusilli. Li abbiamo cotti al dente, conditi con olio extravergine e un pizzico di sale. Una volta confezionati, li abbiamo sottoposti a un trattamento termico in un'autoclave, per stabilizzarli e renderli sicuri dal punto di vista microbiologico. Agli astronauti non resterà che scaldarli e consumarli». Senza più buttare la pasta in pentola (lassù non si può proprio). Ora la si lancia: nello spazio.
Roberto Longoni