DOPO L'EMBARGO
Parmacotto conquista la certificazione per il Giappone. Export in forte crescita nel 2024
Il Giappone riapre le porte alle esportazioni di carni suine e salumi sottoposti a trattamento termico. E fra i primi a cogliere questa opportunità dopo la fine dell'embargo c'è Parmacotto Group. L'azienda ha annunciato l'ottenimento della certificazione dalle autorità giapponesi riguardante l’elaborazione di carni di suino sottoposte a trattamento termico. Certificazione finora ottenuta da due poli produttivi in Italia.
«È con grande orgoglio che annunciamo di aver ottenuto questa certificazione per il nostro “storico” stabilimento di San Vitale Baganza - commenta l'amministratore delegato di Parmacotto, Andrea Schivazappa -. È motivo di orgoglio per il lavoro che è stato fatto dal nostro personale ed è un impegno importante: siamo i primi a portare orgogliosamente la tradizione di Parma in quel mercato e penso che tutto il territorio ne abbia un beneficio. Portiamo il nostro nome e il nostro territorio nel mondo».
Parmacotto aveva già pianificato una presenza in Giappone ma adesso i progetti potranno essere sviluppati. Per poter esportare nel Paese asiatico si è reso necessario un percorso di preparazione. «È stato un percorso molto lungo e complesso - dice Schivazappa - Sia da parte del nostro ministero sia da parte di quello giapponese, l'analisi sui processi e sui flussi è stata molto dettagliata». «Promosso» quindi lo stabilimento di San Vitale Baganza: «Siamo molto contenti e orgogliosi di aver conseguito questo certificato perché, al di là dell'apertura del mercato del Giappone, testimonia il fatto che il nostro è uno stabilimento di alta qualità» in tutti gli aspetti della produzione. E certifica i risultati positivi degli investimenti fatti nello stabilimento.
Dapprima Parmacotto ha affrontato un'impegnativa fase di invio di documenti, poi le autorità giapponesi del ministero dell'Agricoltura e Pesca (Maff) hanno effettuato una visita dettagliata nello stabilimento, nei mesi scorsi.
Il Giappone è una parte nuova e importante della strategia di export di Parmacotto. «Siamo molto contenti soprattutto perché la nostra strategia, oggi, è assolutamente concentrata verso l'export - aggiunge Schivazappa -. In Europa stiamo crescendo molto; negli Stati Uniti abbiamo fatto una ristrutturazione importante delle nostre attività e abbiamo acquisito una società in agosto (la New England Charcuterie, che produce salami locali vicino a Boston, ndr). Ora riusciamo ad approcciare il mercato dell'Estremo Oriente, soprattutto il Giappone, per uno sviluppo di brand a 360 gradi. L'export è baricentrico nelle nostre strategie. Quest'anno raggiungeremo i 50 milioni di fatturato all'estero, circa il 30% del totale: ipotizziamo per il 2024 un fatturato di gruppo di circa 160 milioni».
Il gruppo Parmacotto prevede che la sua crescita nel corso dell'anno sarà in gran parte incentrata sulle esportazioni: Stati Uniti ed Europa i mercati principali - con una crescita a doppia cifra - e importanti risultati in Svizzera. E ora il Giappone. «È un mercato sicuramente nuovo per noi. Lo studieremo in maniera analitica nelle prossime settimane; abbiamo avuto contatti con possibili partner. Prima della chiusura, comunque, il Giappone aveva un bell'impatto sull'export dei salumi. Esporteremo sempre tanta qualità. Svilupperemo una politica di brand. Vogliamo parlare del nostro brand e dei prodotti; sceglieremo i canali che saranno più ricettivi nei confronti del brand».