Proteste in centro
«Siamo schiavi dei bidoncini»
Un incubo. Quel bidoncino scuro arrivato nelle case dei residenti e delle attività del centro storico si è presto trasformato in un tormento. E in tanti, tantissimi a giudicare dalle lettere al giornale e dai commenti sulla pagina Facebook della «Gazzetta», già rimpiangono il vecchio sacco dell'indifferenziato. Un sacco usa e getta che proprio per questo motivo viene giudicato molto più igienico rispetto al bidoncino che resta in strada per ore e che, come una calamita, può attirare cani e maleducati, con il loro carico di sporcizia.
Ma non è finita qui. Nelle strette strade del centro i bidoncini ingombrano i marciapiedi e c'è chi si preoccupa per i passeggini e i disabili in carrozzina costretti a muoversi in strada. E ancora: altri si lamentano per i giorni stabiliti da Iren per le esposizioni perché coincidono con quelli della movida. In alcune strade del centro, ad esempio via Farini, i bidoncini dell'indifferenziato vanno messi in strada martedì e sabato (serata di grande movimento nei locali), mentre dalle parti di via Saffi, altra zona vivace se si pensa a borgo delle Colonne, i giorni buoni sono il lunedì (serata tranquilla) e il venerdì, quando i borghi si animano di vita notturna.
Insomma, aperitivi e immondizia, un binomio non proprio azzeccatissimo, scrive qualche residente. Ma su questo punto Iren è inamovibile: i giorni di esposizione non sono mai cambiati. La controreplica: quando per l'indifferenziato c'era il sacco, una volta caricato sul camion dei rifiuti la strada restava pulita, mentre ora il bidone rimane in bella vista, tra tavolini e movida.
Nonostante le proteste, l'amministrazione comunale non arretra: bidoncino per tutti e addio al sacco.
«Ci complica la vita»
«Siamo schiavi di un servizio che paghiamo. Almeno ci venisse fatto uno sconto. Questo sistema dei bidoncini complica inutilmente la vita a chi abita in centro storico». Paolo Botti abita in una laterale di via Repubblica e come quasi tutte le persone che si sono rivolte alla «Gazzetta» batte su un paio di tasti: le case del centro non hanno spazi per accogliere l'ennesimo bidone dei rifiuti che, oltretutto, va continuamente lavato. Già, perché quasi tutti danno per scontato che lasciandolo una notte all'addiaccio finirà per essere insozzato dall'urina dei cani e non solo.
«Sinceramente - continua - non riesco a capire perché sia stato tolto il sacco usa e getta. Con i bidoncini i cittadini sono vessati dall'ennesima incombenza». È la stessa Iren a invitare (non c'è però nessun obbligo) i titolari del bidone a riportarlo in casa subito dopo la vuotatura.
«Poco capienti»
«Mi creda, il bidoncino è meno capiente del vecchio sacco per l'indifferenziato. Così saremo tutti costretti ad esporlo più volte, pagando anche di più», fa notare Stefania Vignali, un'altra lettrice che abita in centro. «Il bidone è ingombrante e poi, quando lo si riporta in casa va lavato. Il sacco usa e getta era più pratico e igienico. Infatti, vedo ancora molti sacchi esposti in strada. Noi abitanti del centro storico chiediamo una cosa sola al Comune e ad Iren, maggiore decoro».
Uscite in notturna
C'è poi chi proprio non riesce a tollerare di dover correre in strada di notte per riportarsi in casa il bidone subito dopo la vuotatura. Il consiglio, non l'obbligo, arriva da Iren, nella speranza che il ritiro rapido da parte dell'utente scongiuri un uso improprio del contenitore esposto.
«Dobbiamo stare in casa (non osate uscire a cena o partire per lavoro o vacanze) e possibilmente alla finestra (chi non abita su strada si arrangi) in modo da correre giù anche in piena notte per ritirare il prezioso contenitore. Se non vogliamo sottoporci a questa tortura possiamo usare le eco stazioni», si lamenta Francesca Procopio in una lettera inviata al giornale.
In pratica, fa notare la lettrice, per il cittadino c'è un'incombenza in più, ma nessuno sconto sulla tariffa finale. «Siamo passati dall’albergo al campeggio pagando la stessa cifra», sintetizza, con amara ironia, nella sua lettera.
Attenti all'igiene
Ma è soprattutto l'aspetto igienico a scatenare rabbia e perplessità tra gli abitanti del centro. Riportarsi in casa i contenitori sporchi di urina (eventualità data come molto probabile vista la gran quantità di cani a passeggio tra le vie del centro) fa imbestialire i più.
«Questi bidoncini, soprattutto in centro storico, sono in continuazione alla mercè dei cani che transitano nelle ore serali e del mattino lungo i marciapiedi. Non c'è bisogno di farvi notare che le pareti lungo i marciapiedi del centro sono in continuazione lordate dall'urina di molti di quei cani di cui parlavo sopra. Inevitabilmente tali deiezioni si depositeranno sistematicamente anche sul mio bidoncino, che dovrò poi riportare in casa. Cosa ne pensate al riguardo, dal punto di vista igienico sanitario? Io personalmente sono molto perplesso», scrive Luigi Ziveri, che termina la sua lettera di protesta con una preghiera all'amministrazione comunale e a Iren. «Non sarebbe male se chi, come voi, deve prendere decisioni per l'intera comunità, ascoltasse i pareri dei propri cittadini prima di intraprendere certe iniziative».
Rumore e privacy
Ultimi appunti. Il rumore: il bidoncino deve essere vuotato e poi rimesso a terra, mentre il sacco veniva lanciato sul camion dei rifiuti e poi scompariva dalla strada. L'attuale sistema di raccolta, fanno notare i residenti, è molto più rumoroso e per di più viene svolto di notte (come nel resto della città).
Infine c'è il problema della privacy (sollevato in consiglio comunale dalla leghista Laura Cavandoli). Molti bidoni sono stati consegnati infatti con il cognome del proprietario scritto con un pennarello indelebile. L'anonimato, dato che finisce tutto in strada, è più gradito.
Pierluigi Dallapina