TENTATO OMICIDIO
Stazione, prima la lite e poi le coltellate per vendetta: condannato
La stessa notte aveva voluto regolare i conti. Una mano e un braccio che ancora pulsavano per le ferite, eppure, poco dopo essere stato dimesso dal Pronto soccorso, era andato alla caccia del gruppetto che l'aveva aggredito in via Monte Altissimo, a due passi dalla stazione. E in via Palermo, a pochi metri di distanza, aveva incrociato uno dei ragazzi con cui si era scontrato un paio d'ore prima, in quella notte tra il 17 e il 18 luglio scorso. E non c'era stato nemmeno il tempo di alzare i toni, perché il coltello era già pronto: un fendente al ventre e un colpo di striscio a un braccio del «nemico», un 33enne tunisino che poi era riuscito a trascinarsi fin davanti alla stazione. Colombiano, 25 anni, arrestato la sera stessa dalla Squadra mobile di Parma, è stato condannato a 5 anni e 3 mesi per tentato omicidio. La scelta del rito abbreviato gli ha consentito di poter beneficiare dello sconto di un terzo, ma il giudice, come richiesto dall'avvocata Donata Cappelluto (che solo per la discussione ha sostituito la collega Cinzia Feci, titolare della difesa), ha fatto cadere anche l'aggravante della premeditazione. Il pm Vallario aveva infatti chiesto tre anni in più. Al 33enne, un volto noto alle forze dell'ordine, che si era costituito parte civile, è anche stata riconosciuta una provvisionale di 25mila euro.
Un'aggressione in quell'angolo di città dove si incontrano - e si scontrano - anime perse e pusher. Prima delle 3, quella stessa notte, c'era stata una lite tra il colombiano e altre persone, tra cui il tunisino. Difficile capirne il motivo reale anche a distanza di mesi. Certo è che, dalle telecamere di videosorveglianza, si era visto cadere qualcosa dalle mani di uno dei ragazzi del gruppetto: qualcuno aveva raccolto l'oggetto, poi si erano inseguiti. Finché un ragazzo, per altro non il 33enne che poi subirà la vendetta, aveva afferrato una bottiglia, l'aveva spaccata e aveva affrontato il colombiano. Che dal «duello» uscirà con qualche lieve ferita. Eppure, dopo essere stato medicato in ospedale, passerà a casa della madre, che già l'aveva cacciato qualche giorno prima, non per riposarsi ma per recuperare due coltelli, poi ritrovati in un cestino dei rifiuti vicino ai binari della stazione. E subito dopo comincerà la sua «missione».
Georgia Azzali