Busseto
Truffatore con il camion condannato a un anno
Sceso dal camion, si presentò dicendo di dover compiere un trasporto per conto di una nota ditta. Agli addetti alle vendite di un'azienda bussetana presentò una consistente «lista della spesa», per la quale ovviamente non avrebbe dovuto essere lui a sborsare, ma il destinatario. Per essere credibile, l'uomo sbandierò un'infinita serie di documenti, dall'assicurazione del mezzo all'autorizzazione dell'esercizio della professione. Eppure, più manovrava e meno quel sedicente camionista convinceva gli interlocutori. Sospetti ben fondati, perché colui che si definiva dipendente di un'azienda logistica altri non era che un aspirante truffatore. Se gli fosse andata bene, sarebbe sparito con merce per un valore di 12.600 euro, senza nemmeno aver fatto la fatica di caricarla, come invece capita a chi le cose le ottiene rubando anziché truffando.
A impedire che il piano andasse come previsto dal sessantenne di origini pugliesi furono appunto i dipendenti dell'azienda bussetana, abituati a diffidare delle apparenze. A insospettirli innanzitutto fu l'atteggiamento dell'autotrasportatore mai visto prima, nonostante si vantasse di aver lavorato un po' ovunque. Ma anche i documenti a uno sguardo attento si mostravano non proprio convincenti. Così, senza che il soggetto da verificare se ne accorgesse, partirono le prime telefonate. Innanzitutto alle aziende di logistica per le quali il sessantenne diceva di avere lavorato. «Quel nome? Mai sentito» si sentirono rispondere gli addetti alle vendite della ditta bussetana. Identica fu la risposta di chi avrebbe effettuato l'ordine di trasporto del materiale. Sciolti gli ultimi dubbi, partì una telefonata ancora: per la locale stazione dei carabinieri. La pattuglia arrivò prima ancora che l'aspirante camionista (e ancora di più aspirante truffatore) potesse accorgersi che il suo piano era stato scoperto. Non fu nemmeno necessario fare indagini particolari per risalire alla sua identità: l'uomo venne identificato sul posto.
Era il settembre del 2018. Imputato per tentata truffa e per falsità materiale, ieri il sessantenne è stato condannato a un anno di reclusione e al pagamento di 400 euro di multa dal giudice Giuseppe Monaco, dopo che il pm Rino Massari aveva chiesto a suo carico un anno e due mesi oltre a una multa di 600 euro.
Roberto Longoni