Felino

Tre della minoranza abbandonano l'aula del consiglio comunale

Massimo Morelli

Felino Il consiglio comunale, che aveva all’ordine del giorno punti importanti, è iniziato con un colpo di scena. Rosina Trombi, del gruppo di minoranza «Fare Felino», ha preso la parola e rivolta ai presenti ha reso nota la volontà sua e di Vincenzo Caccia di abbandonare l’aula e quindi di non partecipare ai lavori, criticando aspramente l’operato del primo cittadino. «Portate in discussione il bilancio senza il parere dei revisori dei conti e questo va contro il regolamento – ha esordito la Trombi –, ci chiediamo cosa abbia spinto il sindaco a muoversi in questo modo, questa fretta ingiustificata ed ingiustificabile ci obbliga a porci domande sulle modalità operative di questa amministrazione. Il vostro – ha proseguito – è un modo di amministrare approssimativo e poco trasparente che denota incompetenza di base. A tal proposito si sprecano gli esempi di sperpero di risorse economiche oltre alla mancanza di programmazione, il tutto senza alcun confronto. E’ arrivato il momento di dimostrare alla cittadinanza la nostra disapprovazione nei confronti di un’amministrazione arrogante, incompetente, prepotente e negazionista del dialogo – ha affermato – non possiamo e non vogliamo essere complici della totale mancanza del senso delle istituzioni da parte di chi dovrebbe incarnarle, per questo motivo con dispiacere e sofferenza oggi scegliamo di uscire dall’aula consigliare. Quando lei sindaco dice che l’opposizione non è da tutti ha ragione, e la nostra è sicuramente una tra le migliori che siano mai state sedute in questi banchi».

Mentre Rosina Trombi e Vincenzo Caccia uscivano dalla sala, ha preso la parola Enrico Campari per annunciare anche la propria uscita dall’aula, ma con motivi differenti.

«Il silenzio e l’indifferenza di questa amministrazione rispetto al genocidio in corso in Palestina mi trova costretto a prendere le dovute distanze e manifestare il mio totale disaccordo – ha detto Campari - non voglio essere complice di chi nega l’ennesima tragedia umana, in primis il nostro governo che per ben due volte si è astenuto dal “cessate il fuoco”. Non rientrerò in questo consiglio finché il governo Italiano non condannerà il mandato dispotico di Netanyahu e mai più vieterà di manifestare pacificamente a chiunque voglia esprimere solidarietà al popolo Palestinese o per qualsiasi altra causa».

Il consiglio ha poi ripreso i lavori senza i tre consiglieri di minoranza. Su questo particolare episodio si è espresso il sindaco Filippo Casolari.

«Chi ha abbandonato l’aula dimostra di non avere rispetto per il consiglio comunale – ha detto il sindaco –. Di fronte alle difficoltà si resta al proprio posto, rivendicando il diritto e dovere di esercitare il ruolo di controllo assegnato ai consiglieri comunali eletti dai cittadini. Approssimativo e raffazzonato – ha aggiunto – è l’atteggiamento di chi si dichiara competente e coerente, ma che invece farebbe bene a rileggersi il regolamento del consiglio comunale, per riuscire forse ad acquisire competenze e conoscenze in materia di applicazione delle regole. Scegliere di sottrarsi al pubblico confronto è sinonimo di arroganza e profonda debolezza. Di solito si scappa quando si ha paura di esporre il proprio pensiero – ha concluso - e convengo che a volte le azioni valgono più delle parole».

Massimo Morelli