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Boom dei pagamenti elettronici: a Parma c'è la «febbre» da bancomat

Luca Molinari

Contante addio? A Parma crescono vorticosamente le transazioni con il bancomat o la carta di credito anche per i piccoli acquisti.

La nostra provincia si piazza all'undicesimo posto nella classifica dei territori più «cashless» d'Italia. L'aumento dei pagamenti digitali nel 2023 è stato del 48,1 per cento rispetto al 2022. È quanto emerge dal report «Osservatorio Città Cashless» di SumUp, la famosa società di pagamenti mobili.

Per quanto riguarda i dati nazionali, nel 2023 le transazioni senza contanti sono aumentate del 35,5 per cento, con uno scontrino medio di 37 euro, in calo dell’8,1 per cento rispetto all’anno precedente.

A Parma lo scontrino medio è stato di 36,9 euro, in linea rispetto ai dati nazionali e in calo del 16,7 per cento rispetto al 2022. Questo calo testimonia, tra l'altro, l'utilizzo sempre più frequente dei pagamenti elettronici anche per cifre basse.

La «rivoluzione» dal contante al Pos ha ormai coinvolto commercianti, produttori e consumatori senza distinzione. La comodità dello “strisciare la carta” è indiscussa ma il mondo del commercio e dei consumatori sottolinea la necessità di rendere più conveniente questa tipologia di pagamento. «È indubbio che la tendenza oggi sia quella verso un progressivo aumento dei pagamenti elettronici, che offrono vantaggi sia in termini di efficienza che di sicurezza - spiega Vittorio Dall’Aglio, presidente di Ascom Parma –. Un’abitudine ormai consolidata anche nel nostro territorio, come dimostrato dai dati, e in particolare in una città come Parma che vede sempre più la presenza di turisti stranieri».

Tuttavia, «in un contesto in cui le imprese sono già oberate di costi - continua Dall'Aglio - la vera svolta sarà rendere sempre più conveniente questa tipologia di pagamento. In questo senso vorrei ricordare l’accordo raggiunto l’estate scorsa tra Abi e Associazioni, tra cui Confcommercio, grazie al quale sul sito del Cnel è sempre possibile vedere i costi proposti da diverse banche rendendo così comparabili tra loro le diverse proposte».

A questo si aggiungono «le importanti convenzioni attive tra Ascom Parma e diversi istituti di credito - ricorda - pensate proprio con l’obiettivo di ridurre i costi di commissione sui Pos. Solo rendendo realmente sostenibili tali costi da parte degli esercenti si potrà raggiungere la massima diffusione del Pos fino ad avere una città cashfree».

Marco Festelli, presidente nazionale di Confconsumatori, è chiaro: «L'incremento delle transazioni con moneta elettronica è un dato positivo e auspicabile. È interesse del consumatore pagare con strumenti elettronici che rendono tracciabile le operazioni, sia per far scattare i termini di garanzia che per avere una maggiore sicurezza nei confronti di un fornitore».

Si tratta di un dato positivo «anche per quanto riguarda la lotta all'evasione fiscale - continua Festelli - Bisogna soltanto evitare che l'utilizzo degli strumenti elettronici non superi l'80 per cento perché i contanti devono continuare a circolare».

Festelli chiede quindi agli istituti di credito di «abbassare ulteriormente le commissioni e proseguire su questa strada rendendo gratuite le carte di pagamento per i consumatori».

Quanto alle truffe tramite pagamenti elettronici, «le banche devono mettere al riparo i consumatori».