IL CASO
Gli abiti e un mazzo di chiavi: così è stata riconosciuta Alessandra
Un grande macchia verde ai confini della città. Alessandra Ollari era lì, tra via Sidoli e via Zoni. Sotto palazzoni svettanti e a pochi metri da una fila di garage che si aprono e chiudono ogni giorno. Su quel prato forse da mesi, perché ormai il corpo non restituisce più nulla dei suoi tratti. Eppure nessuno si è accorto di nulla, finché il 2 febbraio un cane ha trascinato il suo padrone tra quelle sterpaglie. Poveri resti, ma non è stato necessario effettuare l'esame del Dna per arrivare a un nome. Alessandra, 53 anni, è stata identificata grazie agli indumenti e ad alcuni effetti personali che sono stati ritrovati, tra cui un mazzo di chiavi. La maglietta scura, i jeans e anche un vecchio paio di scarpe che indossava il giorno della sua scomparsa, il 29 giugno scorso: vestiti e accessori descritti nella denuncia di scomparsa presentata dal compagno, Ermete Piroli, il giorno successivo ai carabinieri di Calestano. Ed è stato lui a riconoscere nelle foto che gli investigatori gli hanno mostrato nei giorni scorsi gli oggetti e gli effetti personali della donna.
Il tempo ha aggredito il corpo, ma su ciò che è stato trovato lì accanto non ci sono dubbi. Tanto che sia al compagno che alle due cugine di Calestano, il paese di Alessandra e in cui c'è ancora la casa di famiglia, è stata notificata la convocazione per gli accertamenti medico-legali. Tutte parti offese che hanno il diritto di nominare consulenti da affiancare a Donatella Fedeli, la specialista scelta dal pm Silvia Zannini. Stamattina sarà affidato ufficialmente l'incarico e nel tardo pomeriggio sono fissati gli esami strumentali, a partire dalla tac. Domani prenderà il via l'autopsia.
Tante le domande che hanno bisogno di risposte, ma gli accertamenti si preannunciano complessi. Un cadavere rimasto esposto a lungo, come è ipotizzabile, presenta una particolare complessità. Già la tac, tuttavia, potrebbe rivelare eventuali lesioni per poi arrivare a chiarirne l'origine. Durante l'autopsia sarà anche effettuato il prelievo per poi procedere all'analisi del Dna: un esame comunque imprescindibile nonostante non ci siano dubbi sull'identità. Non è poi escluso che possano essere nominati ulteriori specialisti in affiancamento al medico legale.
Cosa è successo ad Alessandra è un mistero. Ma la sua è un'immagine sfocata da anni. Amiche che non la vedevano né la sentivano dal 2016-2017 e nulla sapevano del suo compagno, così come le cugine. Eppure la storia con Ermete andava avanti da una quindicina d'anni. Ma nemmeno i vicini di casa, della palazzina di via Marzabotto, hanno ricordi precisi di Alessandra. Che sicuramente negli ultimi anni, dopo aver perso anche la madre, si era sempre più chiusa, in un bozzolo di solitudine. Una donna che passava lunghi periodi in casa, almeno secondo quanto aveva raccontato il compagno a «Chi l'ha visto?».
E' lui che denuncia la scomparsa a fine giugno. Lui che ha anche la delega sul conto corrente di Alessandra, come lei stessa gli avrebbe chiesto, ma non risultano prelievi anomali né sono spuntati testamenti a suo favore. Ed è anche l'uomo che ha confessato di aver avuto un'altra donna benché convivesse con Alessandra.
Omicidio, come si ipotizza (a carico di ignoti) nel fascicolo aperto lo scorso ottobre? Un malore? Un suicidio? Punti interrogativi a cui solo gli accertamenti medico-legali e le indagini potranno - si spera - dare risposte.
Ma le domande sulla vita di Alessandra cominciano ancora prima di quel 29 giugno, quando il compagno dice di averla vista in casa per l'ultima volta. Già nel gennaio del 2022 si era allontanata da Parma. E il giorno dopo Ermete, allarmato perché non riusciva a mettersi in contatto con la compagna, aveva allertato i carabinieri di Calestano. Nella casa di montagna i militari avevano trovato la borsa e il telefonino della donna, mentre lei, che si era persa durante una passeggiata, era stata trovata dopo alcune ore quasi assiderata.
Ma la domanda più inquietante è: quando è sparita? Il 29 giugno scorso è la data indicata da Ermete. La parrucchiera di Calestano che ha in affitto il negozio di proprietà di Alessandra dice però di averla sentita per l'ultima volta nel maggio del 2022, quando l'aveva chiamata per un problema legato alla dichiarazione dei redditi. Il 21 giugno, poi, per una questione relativa ad alcuni lavori da effettuare nel negozio, le manda un messaggio, ma non riceve risposta, pur vedendo la spunta su WhatsApp. Insomma, quelle parole sono state visualizzate. Altri messaggi inviati ad ottobre, invece, non vengono nemmeno letti. E' così che a dicembre la donna decide di inviare nuovi WhatsApp a Ermete, ma non riceve risposta. Anche il sindaco di Calestano, nell'autunno del 2022, cerca di contattare la donna per alcuni lavori da effettuare nell'area attorno alla casa di famiglia, ma ogni tentativo è inutile.
Eppure, dal telefonino della donna partono due chiamate il 31 maggio scorso (è lo stesso Ermete che le mostra all'inviata di «Chi l'ha visto?»): una a un telefono fisso, l'altra a un cellulare, entrambi i numeri riferiti a un certo «Stefano», almeno è questo il nome salvato tra i contatti. Una persona che Ermete dice di non conoscere.
Un fantasma, Alessandra. Ancora prima dell'estate passata.