URBANISTICA

Il sindaco Guerra: «Mall, Comune al lavoro per scongiurare la richiesta di risarcimento»

Pierluigi Dallapina

Scongiurare che la richiesta di risarcimento danni da 100 milioni diventi realtà, rischiando di paralizzare il bilancio comunale. Per la prima volta il caso del Parma Urban District, cioè del mall, è approdato nella sala consiliare dove il sindaco Michele Guerra, ai componenti della commissione Urbanistica, ieri sera ha chiarito qual è la linea della sua amministrazione. Sia sotto il profilo della tutela legale che per quanto riguarda gli aspetti più strettamente legati all'urbanistica.

«La causa legata ad una richiesta di risarcimento danni va assolutamente evitata nell'interesse di tutti», spiega il sindaco, consapevole del fatto che trovare un accordo non sarà semplice. Già perché Paolo Pizzarotti, presidente dell'omonima impresa di costruzioni, in una lunga intervista pubblicata dalla «Gazzetta», si era detto deluso dall'atteggiamento dell'amministrazione per quanto riguarda il mall, mettendo sul tavolo della discussione la possibilità di chiedere al Comune un risarcimento danni pari a 100 milioni di euro.

«L'amministrazione non sta temporeggiando, ma sta cercando di fare bene qualcosa che ha delle complessità evidenti», afferma Guerra replicando (a partire da Priamo Bocchi, capogruppo di FdI) a chi accusa il Comune di «pigrizia».

«La soluzione andrà trovata lavorando di cesello tra noi e il soggetto attuatore, in un tempo che dovrà essere congruo, anche se sappiamo che non sarà breve», ripete il sindaco. Già, ma qual è, o meglio, quali sono le soluzioni possibili?

Dato che il progetto originario del mall non potrà più essere realizzato alla ex Salvarani - c'è un limite massimo di circa duemila persone vista la vicinanza all'aeroporto - Pizzarotti aveva suggerito di distribuire le superfici commerciali tra l'ex Salvarani, l'ex Bormioli e soprattutto la Porta della città, l'area che va dal centro sportivo di Moletolo all'autosalone Baistrocchi.

«La proposta singola sarebbe stata più semplice», ammette Guerra, favorevole alle prime due soluzioni, ma molto più critico sulla terza ed ultima proposta. «L'area della ex Bormioli oggi è un deserto di cemento, quindi potrebbe essere riqualificata, anche andando in direzione di quel centro civico culturale che il quartiere chiede con grande forza - dice Guerra -. Mentre è più problematica la Porta della città, perché la metratura del mall è più o meno come quella del Fidenza Village, da realizzare in un quartiere, il San Leonardo, che per prima cosa ci ha chiesto di non vedere più costruite nuove grandi superfici commerciali». E ancora: «Realizzare 50mila metri quadrati di superficie commerciale in quest'area è una scelta che in tanti vedono come delicata».

La pensa allo stesso modo Chiara Vernizzi, assessora all'Urbanistica: «Da parte dell'amministrazione è più condivisibile puntare sulla rigenerazione urbana della ex Bormioli». Con la possibilità di estendere l'intervento anche alla ex Cerve.

Ma come realizzare gli interventi? Pizzarotti - ricordando la proposta che gli fece Marco Giorgi, l'allora direttore generale del Comune - indicava nell'intervista la strada dell'accordo di programma. Ma su questo punto l'amministrazione pare dubbiosa. «Per l'accordo di programma ci deve essere un rilevante interesse pubblico», ricorda Vernizzi. «Per ora noi non dobbiamo decidere nulla - chiosa Franco Torreggiani, presidente di commissione rivolto ai consiglieri - mentre il dialogo fra il Comune e il soggetto attuatore va avanti».