Sanità
Fabi: «Al Cau del Maggiore 7.621 accessi. Parma? Un modello: 22 professionisti in visita»
«La sanità a Parma? Un modello».
Lo dice con orgoglio Massimo Fabi, commissario straordinario dell'Ausl e direttore generale di Azienda Ospedaliero-Universitaria.
Da ieri, una delegazione di 22 professionisti dell'Ausl di Trapani sono in visita nella nostra città e in provincia, nell’ambito di un corso di formazione manageriale della Scuola di direzione aziendale della Bocconi di Milano, in quanto la sanità parmense è stata scelta come contesto di osservazione di «best practice» (migliori pratiche) sull’organizzazione dei servizi sanitari territoriali. I dirigenti siciliani visiteranno il Cau di Parma, la Casa della comunità Lubiana-San Lazzaro intitolata a Monsignor Benito Cocchi di via XXIV Maggio e l'ospedale di comunità di Langhirano. Durante la tre giorni ci sarà l'occasione da parte della delegazioni di Trapani di incontrare i professionisti dell'Ausl parmense.
«Sono molto soddisfatto che i docenti della Bocconi abbiano scelto la realtà sanitaria di Parma - ha proseguito Fabi - dove già esistono innovativi modelli organizzativi di assistenza territoriale, introdotti dal decreto ministeriale 77, come le Case della comunità, evoluzione delle 27 Case della salute operative da anni e gli ospedali di comunità. Una soddisfazione che non è solo della direzione aziendale, ma di tutti i professionisti che lavorano quotidianamente in queste strutture e che sono i veri realizzatori di servizi di prossimità e al contempo integrati con l’ospedale. Con questi modelli organizzativi, si vuole superare la visione ospedalocentrica: le malattie croniche devono essere gestite in modo appropriato nel territorio, con servizi qualificati, vicini e al domicilio del cittadino».
E per andare verso questa direzione, è in atto la trasformazione delle case della salute a case della comunità. «Per migliorare l'assistenza al cittadino - riprende Fabi - c'è bisogno di professionisti della sanità e dei servizi sociali, ma anche di volontari, che diventano parte attiva del percorso di cura, in particolare proprio nella gestione delle malattie croniche. Ecco perché nelle case della comunità, luogo dove i cittadini trovano assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale, è presente anche questa componente essenziale». Tra le tappe della visita, il Cau - Centro di assistenza e urgenza - della città, operativo nei locali dell’ospedale Maggiore dal dicembre scorso, che, insieme ai Cau ad oggi aperti in provincia, a Vaio (Fidenza), Fornovo e Langhirano, stanno funzionando a pieno ritmo. Anche i Cau sono servizi territoriali. Sono nuovi servizi che rispondono ai problemi urgenti, a bassa complessità. L’avvio dei Centri ha alleggerito l’attività dei pronto soccorso, servizi dedicati alle emergenze e alle urgenze ad alta complessità. E basta guardare i dati, aggiornati al 10 marzo scorso e forniti dall'Ausl, per capire che i Cau sono un'ottima risposta: Cau di Parma, operativo all'Ospedale Maggiore dal 19 dicembre 2023, totale accessi 7.621; al Cau di Fidenza, operativo presso l'ospedale di Vaio dal 28 dicembre 2023, totale accessi 2.147; al Cau di Langhirano, operativo dal 18 gennaio 2024 in sede temporanea, presso assistenza pubblica di Langhirano via Cascinapiano numero 1, totale accessi 383; al Cau di Fornovo, operativo dal 15 gennaio 2024 in sede temporanea, presso Assistenza pubblica Croce verde via Verdi numero 28, totale accessi 293.
Una rete territoriale che guarda al futuro, per rispondere al meglio ai bisogni dei cittadini.
Una rete in cui è fondamentale anche l’ospedale di comunità: una struttura sanitaria residenziale destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari di media-bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. Una struttura ponte, tra l’ospedale e il domicilio.
«Si tratta di strutture particolarmente funzionali, per i ricoveri di quei pazienti che necessitano di assistenza e sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa e per i quali non è possibile garantire un'assistenza domiciliare adeguata. E’ un servizio di prossimità, in cui è centrale il ruolo dei medici di famiglia. Nella nostra provincia gli ospedali di comunità sono a Langhirano con 20 posti letto e alla Casa della Comunità di San Secondo con 28 posti letto. A questi si aggiungono altri posti letto in alcuni Centri residenze anziani dei distretti Valli Taro Ceno e Sud-est e i 20 posti letto al padiglione Barbieri». Servizi territoriali esemplari, grazie alla professionalità degli operatori: «Certo - conclude il commissario straordinario dell'Ausl Fabi -, merito di questa ricca offerta di servizi è dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario che opera in queste strutture, cui si aggiungono gli operatori impegnati nei nostri tre ospedali, il Maggiore, il Santa Maria di Borgotaro e l’ospedale di Vaio, in tutto, circa diecimila professionisti della sanità pubblica parmense».
Mara Varoli